Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 5 Febbraio 2022

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Il pane necessario

Stranamente, i racconti evangelici della moltiplicazione dei pani sono due e sono pressochรฉ identici. Li consideriamo insieme perchรฉ il loro significato รจ piรน facilmente deducibile dal loro confronto, e anche perchรฉ il secondo racconto esula, questโ€™anno, dalla nostra sequenza liturgica.

Tra questi due racconti, il Vangelo registra uno spostamento geografico di Gesรน, perchรฉ prima attraversa il mare e poi ha lโ€™incontro con una donna sirofenicia. Tutto fa pensare a un passaggio dalla terra dโ€™Israele, dove avviene la prima moltiplicazione dei pani, alla โ€œregione di Tiroโ€, quindi in territorio pagano. Questo passaggio, questo attraversamento del mare, รจ inscritto anche nelle piccole differenze dei due racconti, che riguardano i numeri del pane moltiplicato o avanzato. Nel primo racconto, quello attuale, i pani moltiplicati sono cinque (e due pesci) e i cestini avanzati dodici. Nel secondo racconto, narrato al capitolo ottavo, i pani moltiplicati sono sette quante le sporte degli avanzi.

Dati casuali? Forse, ma questi numeri si prestano a interpretazione. Cinque sono i libri della Torร  e dodici le tribรน dโ€™Israele. Sette, o settanta, รจ il numero delle nazioni pagane, secondo il computo simbolico che si faceva allora. Si ha la netta impressione che la prima moltiplicazione dei pani riguarda il popolo ebraico, mentre la seconda, in territorio pagano, รจ quella destinata a tutti gli altri popoli o genti. Questa impressione รจ confermata da un dettaglio linguistico. Gesรน, prima di spezzare il pane, alza gli occhi al cielo e lo benedice. Ora, in Mc 6,41, per โ€œbenedireโ€ si usa il verbo comune in ambito ebraico, euloghein; mentre in Mc 8,6 si usa un altro verbo, eucharistein. La benedizione ebraica quotidiana sul pane diventa, quasi insensibilmente, lโ€™eucaristia cristiana.

Ora, questo pane รจ unico, per Israele come per le genti. รˆ questa la vera moltiplicazione, cioรจ la partecipazione anche dei gentili al pane benedetto da Gesรน. Noi sappiamo che mangiare insieme il pane รจ stabilire una comunione, vuol dire diventare โ€œcompagniโ€, cioรจ entrare in alleanza. In ebraico il termine per โ€œalleanzaโ€, berit, deriva da una radice che significa, appunto, โ€œmangiareโ€. Quando, sul Sinai, Mosรจ, Aronne e i settanta anziani entrarono in alleanza con il Dio dโ€™Israele, โ€œessi videro Dio e mangiarono e bevveroโ€ (Es 24,11). Le nostre traduzioni si sentono imbarazzate da questo accostamento tra il mangiare e il vedere Dio. Perciรฒ vi introducono una distanza logica o temporale: โ€œvidero Dio e ciรฒ non ostante mangiaronoโ€, oppure โ€œvidero Dio e poi mangiarono e bevveroโ€, come se i due atti fossero incompatibili. Invece รจ proprio nel mangiare lo stesso pane che si realizza lโ€™alleanza, la comunione.

La moltiplicazione del pane da parte di Gesรน รจ, dunque, unโ€™estensione dellโ€™alleanza di Dio a tutte le genti. Il vero miracolo non รจ lโ€™abbondanza del pane, ma la comunione con tutti. Proprio questa comunione รจ il โ€œpane necessarioโ€ che chiediamo nella preghiera insegnataci da Gesรน e che riceviamo ogni volta che facciamo eucaristia.

fratel Alberto


Fonte

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