Gesรน e Giovanni il Battista sono legati da una sorte che li accomuna: il precursore precede e calca la via che conduce il giusto alla morte per opera dei violenti e degli iniqui.
Nel testo odierno tutto parte dalla domanda che attraversa lโEvangelo di Marco: chi รจ Gesรน?
โร un profeta, come uno dei profetiโ dicono alcuni, questo รจ il legame che unisce Gesรน e il Battista: essere profeti che annunciano il regno di Dio, le sue esigenze, lโimminenza della sua venuta.
Accade, come per tutti i profeti, che le loro parole di veritร risultino scomode non solo per i potenti di ieri ma anche per quelli di oggi e per noi perchรฉ ci interpellano su chi siamo, come agiamo, che cosa abita il nostro cuore, quali ingiustizie vengono compiute e da noi non denunciate, quale oppressione verso i poveri perpetuata senza che facciamo nulla per opporci.
A fornire una risposta sullโidentitร di Gesรน รจ anche Erode, il tiranno di turno, che lega la sua curiositร verso Gesรน al ricordo di Giovanni il Battista che egli aveva fatto decapitare.ย
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La vicenda รจ molto triste. Tutto avviene per una assurda promessa fatta da un vecchio re a una fanciulla leggiadra che si mostra a lui e ai suoi commensali in una danza.
A tessere la trama รจ Erodiade la madre della fanciulla che odiava e voleva fare uccidere Giovanni perchรฉ aveva denunciato il suo adulterio, infatti pur vivendo con Erode era perรฒ moglie di Filippo fratello dello stesso Erode che perรฒ temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo. Erodiade attendeva quindi il momento propizio per far uccidere Giovanni.
Un re, una fanciulla e un profeta.
Un profeta che denuncia lโingiustizia con fermezza e coraggio, ben consapevole che in tal modo mette in gioco la propria vita.
Una fanciulla gestita da sua madre che odia Giovanni perchรฉ la pone di fronte alla sua iniquitร .
Un re incapace di dare seguito alla sua considerazione di Giovanni e di tenere testa a una richiesta assurda, invece si piega a una stupida promessa fatta per compiacersi delle grazie di una giovane fanciulla.
In gioco รจ la vita, una vita, quella del profeta, falciata da una spada di una guardia mossa dalla inettitudine di un re, di una fanciulla e di sua madre.
Un re, una fanciulla e un profeta.
Lโepilogo del loro incontro รจ segnato dal disprezzo per la vita, lโaverne smarrito il senso: quella che era iniziata come una festa di compleanno diviene la sagra dellโinsensatezza.
โPerisce il giusto, nessuno ci bada. I pii sono tolti di mezzo, nessuno ci fa caso. Il giusto รจ tolto di mezzo a causa del male. Egli entra nella paceโ, ci ricorda il profeta Isaia (57,1-2).
Quando ciรฒ che guida una vita รจ la menzogna, tutto ciรฒ che permette di perpetuarla diviene possibile, cade ogni remora e il disprezzo e lโannientamento dellโaltro visto come ostacolo รจ allโordine del giorno.
Quando prende il sopravvento la miseria umana, la viltร e lโodio, quando si smarrisce il senso della vita stessa, lโumano รจ finito, cโรจ spazio solo per la morte.
Giovanni รจ decapitato, i suoi discepoli vengono a prendere il suo corpo per dargli una sepoltura, il giusto trova riposo.
In quelle poche parole aleggia la stessa attesa del sabato santo. Anche in questo Giovanni attende Gesรน, che venga a ridonare vita a chi la vita ha donato per la giustizia.
fratel Michele
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