Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 4 Novembre 2020

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Il vangelo sembra contraddirsi. Da un lato, infatti, presenta tre esigenze radicali della sequela: la rottura con il mondo familiare e con la lealtร  al proprio โ€œioโ€, il caricarsi della croce dietro Gesรน, la rinuncia ai propri averi. E con un tono imperativo, di immediatezza. Chiede di viverle qui e ora. Dallโ€™altro cโ€™รจ lโ€™invito a sedersi โ€“ cioรจ a prendere tempo โ€“ e a calcolare se si hanno i mezzi โ€“ ma non si deve rinunciare ad essi? โ€“ e le forze โ€“ ma non si deve contare solo sul Signore?

La contraddizione comincia a risolversi se si comprende che รจ in gioco qui una questione di amore. Il centro della Legge รจ โ€œamerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stessoโ€ (Lc 10,27). Il Dio di Gesรน chiede un amore totale: tutte le dimensioni dellโ€™essere umano sono orientate a lui e da lui ora riplasmate e ridefinite. Gesรน รจ colui che per primo e totalmente ha vissuto un tale amore. Per questo nella sequela, conformandosi al suo pensare e agire, impariamo ad amare cosรฌ. O, forse meglio, accettiamo di venire formati e plasmati dallโ€™amore di Dio. Per questo occorre essere liberi da ogni legame (e si possono amare i beni e porre in essi la propria fiducia e speranza molto piรน che nei legami familiari) per potersi legare a Gesรน e in lui amare, unificati e indivisi, Dio. Dio in Gesรน chiede allโ€™essere umano un coinvolgimento totale e pieno, un coinvolgimento che abbraccia mente e cuore, affetti e pensieri, interioritร  ed esterioritร .

Nel testo citato di Lc 10 lโ€™unico verbo โ€œamareโ€ regge sia Dio che il prossimo: che cosa significa? Che ritroviamo gli altri da amare ora come dono che riceviamo dal Signore, li accogliamo come fratelli e sorelle nella fede e nellโ€™umanitร . Esito dellโ€™amore totale per il Dio di Gesรน รจ imparare ad amare gli altri esseri umani come fratelli e sorelle, superando quelle barriere e quelle classificazioni con cui dividiamo il mondo e creiamo cerchie di vicinanza o lontananza, di amicizia o inimicizia, se non di indifferenza.

Capiamo cosรฌ il senso dei due proverbi inseriti al cuore delle esigenze evangeliche. La radicalitร  della sequela si costruisce sulla radicalitร  dellโ€™autoriflessione. Se si ama con il cuore, la mente e lโ€™anima, occorre conoscere queste realtร  per seguire il Signore. Non si puรฒ essere come alienati e resi estranei ad esse, quasi che si viva sulla superficie di se stessi. รˆ un processo di conoscenza di sรฉ non circoscritto al primo sรฌ, ma continuo nel tempo alla luce della parola di Dio. Ci si interroga sulla disponibilitร  interiore a seguire il Signore e ad abbandonarsi a lui nelle diverse vicende. Quanto realmente contiamo sui mezzi che il Signore ci offre per costruire la vita non solo allโ€™inizio della chiamata ma nel tempo della durata? Nella lotta che contraddistingue la vita cristiana contro i cattivi pensieri che luciditร  cโ€™รจ sulla nostra vulnerabilitร  e debolezza? Che conoscenza cโ€™รจ delle nostre fragilitร ? E quale accettazione di esse?


Fonte

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