Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 4 Febbraio 2021

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Come Gesรน, allโ€™inizio del proprio ministero, aveva chiamato e costituito i Dodici โ€œperchรฉ stessero con luiโ€ (Mc 3,14), ora li raduna nuovamente per โ€œmandarliโ€ (v. 7). I due movimenti non si oppongono, sono invece complementari.

Nel contesto del nostro brano, comprendiamo che Gesรน avverte la necessitร  di questo invio per lo stupore di fronte allโ€™incredulitร  dei suoi conterranei di Nazareth (che conclude la pericope di ieri: cf. Mc 6,6). Associa allora chi lo accompagna al suo operare: la portata del messaggio ne potrร  essere allargata e la ricezione favorita.

Nella trasmissione del fatto cristiano, una dimensione di estraneitร  รจ infatti necessaria. La parola del vangelo non si riduce a mera sapienza umana, immediatamente percepibile, che si potrebbe conoscere come si crede di conoscere un vicino di casa o un parente. รˆ una parola che viene da altrove, che corre sempre il rischio di essere depotenziata dalle precomprensioni di chi lโ€™accoglie. Deve allora passare attraverso mediazioni per essere trasmessa. Gli apostoli costituiscono questi mediatori: ricevono da Gesรน lโ€™insegnamento, lo condividono con lui, e cercano di farlo risuonare a nome suo, innanzitutto mettendolo in pratica loro stessi.

Per questo, si mettono in cammino a due a due, e non da soli: il loro annuncio non รจ innanzitutto trasmesso mediante le parole, ma dallโ€™eloquenza del camminare insieme verso la stessa meta. Quella meta verso la quale, stando con Gesรน, hanno visto tendere lui stesso.

Perchรฉ Gesรน, in realtร , non trasmette ai suoi inviati delle parole da pronunciare, delle forme da applicare. Ma dร  loro il suo โ€œpotereโ€ (v. 7). Per i discepoli, la sfida consiste proprio nel rinunciare a rimanere legati alla persona del Maestro, alle mere parole o alle forme quasi magiche del suo fare, e nel lasciare invece che lo slancio di vita che anima sia lui sia loro agisca attraverso il loro operare.

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Nel brano odierno, Gesรน non dice agli apostoli cosa devono dire, ma come devono essere. Non insiste tanto sul messaggio quanto sullo stile. Li chiama alla sobrietร , affinchรฉ un bagaglio voluminoso non appesantisca la loro missione. Senza aiuto umano, i discepoli vivono come Gesรน, con la sola fiducia nella forza ricevuta da chi li manda.

Inoltre, sono invitati a non fermarsi. Certo, la stabilitร  in un luogo รจ necessaria fino al termine della sosta; ma dopo, o in caso di non ricezione (come avviene per Gesรน stesso a Nazareth), bisogna andarsene da quel luogo per un altrove nuovo.

Lรฌ predicano la conversione, scacciano demoni, ungono e guariscono infermi (cf. v. 13). Sono le azioni che hanno visto fare da Gesรน fin dallโ€™inizio (cf. Mc 1,15). Non le hanno imparate attraverso unโ€™istruzione scolastica, ma a contatto con lui. Questa รจ missione: non ripetere ingenuamente, ma andare a fare con responsabilitร  il bene che si รจ ricevuto e condiviso. I Dodici (e idealmente ogni cristiano) possono allora annunciare agli altri la conversione mostrando di essere loro stessi convertiti, perchรฉ sono e vivono come Gesรน.

Sรฌ, Gesรน aveva chiamato i Dodici, โ€œperchรฉ stessero con lui e per mandarliโ€ (Mc 3,14): da lui hanno imparato un metodo, per applicarlo poi con autenticitร  e libertร , nella forza di colui che li invia.

fratel Matthias


Fonte

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