Andare oltre il giร noto
Alla fine del discorso in parabole Gesรน arriva alla sua patria, Nazareth. Nella โsinagogaโ, la โloroโ, quasi a indicare da subito una distanza, Gesรน insegna: ci sono meraviglia e domande, ma alla fine provoca scandalo e diffidenza e quindi โnon fece molti prodigiโ (Mt 13,58).
Il centro del racconto รจ sempre il Signore, รจ sempre Gesรน: cosa suscitano nei suoi ascoltatori le sue parole, i suoi gesti, la sua sola presenza? Non sappiamo cosa ha insegnato, ma ha parlato come un sapiente. Ancora parabole? Una parabola รจ, in fisica, una traiettoria che un oggetto compie una volta che รจ lanciato verso lโalto: cโรจ un punto di partenza, un vertice e poi un punto di ricaduta. Una parabola ci invita a un percorso, a fare dei passi, ad andare oltre il punto in cui siamo.
Gesรน ha parlato di un seminatore ai nostri occhi poco avveduto che sparge dovunque il seme, ha spiegato le possibili sorti dei semi, ha svelato che ogni grande albero che offre ristoro a molti nasce da un seme microscopico, che la farina diventa pane per lโagire nascosto di briciole di lievito, che non bisogna temere se cโรจ zizzania in mezzo al grano o pesci cattivi insieme ai buoni. Il discorso di Gesรน รจ โparabolaโ, un invito pressante a non fermarsi al punto di partenza. ร necessario guardare piรน avanti, piรน in profonditร , piรน in largo, con fiducia nel germe di bellezza e bontร che continuerร inesorabile la sua strada: ci sarร frutto anche cento volte tanto, i granai si riempiranno, e poi un tesoro sotto terra, una perla preziosissima, una rete colma di buoni pesciโฆ
ร la stessa cosa che chiede ai suoi โcompaesaniโ. Nellโincontro con loro vuole di nuovo raccontare il mistero del regno e aprire nuove prospettive. Non ci riesce. Per chi lo ascolta a Nazareth lui rimane il figlio del carpentiere e di Maria, con fratelli e sorelle ben conosciuti. Non cโรจ spazio per il nuovo, non cโรจ piรน mistero, la profezia รจ spenta: รจ solo un uomo di cui โpresumonoโ di sapere tutto.
Non succede cosรฌ anche a noi? Gesรน non ci spiazza con le cose che dice e fa? Non ci sembra tante volte troppo indulgente o troppo buono? Non provoca un inciampo anche nel nostro cammino con le sue novitร , alternative alle nostre convinzioni e abitudini, che pure hanno senso? Ricordiamo il discorso della Montagna: โAvete inteso che fu detto โฆ ma io vi dicoโ.
E allo stesso tempo tutto ciรฒ non ci interroga su come ci poniamo di fronte a chi รจ accanto a noi, a chi incrociamo nella vita di tutti i giorni? Abbiamo la capacitร e il coraggio di uno sguardo che non si fermi al giร noto, al giร capito, al giร โetichettatoโ?
Il vangelo di oggi ci spinge ad ampliare il nostro orizzonte, ad allargare il nostro cuore per comprendere, capire anche i piccoli segni di nuovo e di cambiamento. In noi, negli altri, nel mondo. E anzi sperare nel nuovo, nel cambiamento, nella trasformazione che il Signore puรฒ compiere. Ci avvieremo in un cammino di libertร che condurrร alla gioia e beatitudine, come sta scritto: โBeato chi non si scandalizza di meโ (Mt 11,6).
Ci รจ chiesto un poco di fede, fiducia, fossero solo come un granello di senapeโฆ
fratel Marco
Per gentile concessione del Monastero di Bose
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