Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 31 Ottobre 2022

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Fare del bene senza disperare

Dopo aver ascoltato nel testo di ieri lโ€™esigenza evangelica dello scegliere gli ultimi posti oggi ci vengono proposti gli โ€œultimiโ€ come invitati privilegiati alla nostra tavola. A questo รจ associata anche una beatitudine. A prima vista รจ una beatitudine al contrario. Infatti, chi invita ha piรน oneri di chi รจ invitato: dunque dove sta la beatitudine?

In realtร , il testo non si sofferma su chi ha piรน o meno oneri e descrive il tipo di invitati. Il primo gruppo รจ formato da โ€œamici, fratelli, parenti, ricchi viciniโ€. Il secondo da โ€œpoveri, storpi, zoppi, ciechiโ€. Ciรฒ che differenzia le due categorie di persone รจ cheย alla prima si รจ legati per lโ€™amicizia, la parentela, la ricchezza, mentre con la seconda non sussiste alcun tipo di legame nรฉ affettivo nรฉ economico, anzi sono persone che a vari livelli mancano delle cose piรน elementari: un minimo di ricchezza che permetta di non essere poveri, un corpo che abbia la capacitร  di camminare correttamente e di vedere.

Inoltre, il primo gruppo รจ caratterizzato per tre volte da un significativoย โ€œtuoiโ€: โ€œi tuoi amici, i tuoi fratelli, i tuoi parentiโ€. In questo modo si vuole esprimereย un legame di appartenenza a un gruppo di persone che rischia di essere escludente.

La discriminante tra due gruppi รจ il contraccambioย che la prima categoria puรฒ dare e la seconda no. Ma poi si aggiunge che il contraccambio della seconda categoria di persone verrร  comunque dato, ma non si specifica da chi. Quindi, a rigor di termini, non รจ detto che il contraccambio della seconda categoria di persone non ci sarร , il contraccambio ipotizzato da costoro ci sarร , ma verrร  dilazionato.

La beatitudine, quindi, non consiste nel non avere il contraccambio, ma nel non aspettarselo direttamente dai poveri invitati e dal saperlo aspettare.

รˆ la logica dellโ€™amore gratuito e disinteressato insegnata da Gesรนย in Lc 6,32-35: โ€œSe amate quelli che vi amano quale gratitudine vi รจ dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi quale gratitudine vi รจ dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate di ricevere, quale gratitudine vi รจ dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza disperare e la vostra ricompensa sarร  grandeโ€ย (trad. Einaudi).

Questo testo ci aiuta a comprendere meglio ciรฒ che Gesรน sta dicendo. Qui la discriminante non รจ tanto lโ€™amare o il non amare, il voler bene o il non voler bene, il prestare o il non prestare, ma il fare tutte queste cose senza disperare una ricompensa. Infatti, si aggiunge subito che la ricompensa โ€œsarร  grandeโ€.

Dunque,ย la vera beatitudine a cui si riferisce Gesรน deriva dal fatto che quando si invitano i poveri una ricompensa ci sarร . รˆ di questa ricompensa insperata che Gesรน ci insegna a non disperare.

Il fare il bene โ€œsenza disperareโ€ fa star bene, e questo bene รจ il โ€œcentuploโ€ di quaggiรน a cui farร  seguito la vita eterna promessa da Gesรน (cf. Mc 10,30). Occorre averne coscienza e saperlo vedere, cosรฌ sperimenteremo giร  qui e ora la beatitudine di cui Gesรน sta parlando.

fratel Dario di Cellole

Per gentile concessione del Monastero di Bose

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