Fare o lasciar fare?
Ritroviamo oggi la famosa parabola del Samaritano, che solitamente chiamiamo del โbuon Samaritanoโ; ma nel testo questโaggettivo non cโรจ, perchรฉ si addice solo a Dio: โPerchรฉ mi chiami buono? โ chiederร Gesรน โ Nessuno รจ buono, se non Dio soloโ (Lc 18,19). Questo ci puรฒ giร incitare aย gettare uno sguardo realistico su noi stessi. La bontร nella quale lโessere umano รจ stato creato (cf. Gen 1,31) non รจ piรน in noi. Ne rimane la nostalgia, o meglio, la speranza.
Gesรน dunque รจ interpellato da un dottore della legge, che non รจ affatto โbuonoโ, giacchรฉ viene a tendergli unโinsidia. Per vincerla Gesรน non risponde direttamente a quellโinquisitore, ma lo interpella a sua volta. Non gli chiede solo: โCosa sta scritto?โ, ma aggiunge: โCome leggi?โ. In modo simile aveva ammonito poco prima: โGuardate a come ascoltate!โ (Lc 8,18). Questi โcomeโ non rimandano a ciรฒ che รจ scritto, inchiostro su pergamene, cioรจ a parole morte, bensรฌ allโocchio e allโorecchio di quel legista, vale a dire alla relazione esistente tra lui e il testo, tra il suo cuore vivente e le parole morte. Potremmo forse parafrasare: โCome rendi viva la parola scritta e letta?โ.
Mentreย รจ venuto a tendere un tranello a Gesรน, quel dottore della legge vive in realtร avvinto in lacci con i quali il Maligno lo tiene legato ed รจ in tutto simile al malcapitato della parabola caduto nelle mani dei briganti:ย รจ lui, lโinquisitore, lโanonimo percosso, spogliato e lasciato nudo e mezzo morto nel deserto! E dunque a ragione cerca una via di salvezza: โCosa devo fare per ereditare la vita eterna?โ.
La risposta alla domanda diventa allora evidente:ย non cโรจ nulla da โfareโ, perchรฉ la vita eterna non รจ raggiungibile per gli esseri umaniย perchรฉ la salvezza non รจ cosa che lโuomo possa fare. Lo ha insegnato Gesรน stesso (cf. Lc 18,26-27). Ma ciรฒ non significa che rimanga spazio solo alla disperazione; anche il malcapitato della parabola non poteva fare nulla per salvarsi, ma per sua fortuna non sono passati accanto a lui solo uomini simili per molti aspetti al dottore della legge,ย si รจ avvicinato il โprossimoโ, colui che gli si รจ reso prossimo, il Samaritano. Fu lui la sua salvezza.
Cosรฌ per il โmalcapitatoโ dottore della legge che si รจ avvicinato a Gesรน per metterlo alla prova:ย colui al quale si รจ avvicinato per tentarlo si fa suo prossimo, proprio nel raccontargli questa parabola. ร lui, Gesรน, la sua salvezza โ questa volta nel senso autenticamente teologico del termine โ, se riconosce di non poter fare nulla e accetta di lasciar fare al Cristo. Se cosรฌ leggerร la Scrittura e lโincontro che vive con Gesรน, allora la vita eterna che desidera ereditare non sarร piรน solo lโoggetto di una speranza non priva di tanti dubbi, ma sarร ย quella vita nuova che avrร scoperto nel sentirsi amato da Gesรน nonostante ciรฒ che egli stesso รจ.
Ma ciรฒ non vale solo per il dottore della legge. E se per una volta ci identificassimo non con qualche personaggio della parabola ma con il dottore della legge? Non รจ proprio vero che tante volte siamo tentati di mettere Gesรน alla prova?
fratel Daniel
Per gentile concessione del Monastero di Bose
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