Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 3 Agosto 2021

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Piccola grande fede

Forse a volte ci si stupisce, magari con una certa dose di rimprovero non esplicitamente formulato nelle nostre menti, di quella che Gesรน chiama, rimproverandolo, lui sรฌ, la โ€œpiccola fedeโ€ di Pietro, ci si meraviglia che Pietro non abbia creduto a sufficienza in Gesรน, gli si rimprovera il fatto che a un certo punto, nellโ€™infierire del vento tempestoso e delle onde che sembravano sommergerlo, egli abbia avuto paura; eppure, forse, non dovremmo rimproverarlo piรน di tanto, perchรฉ dovremmo chiederci se noi avremmo avuto quella pur โ€œpiccolaโ€ fede: avremmo noi avuto lโ€™audacia e la fede di dire a Gesรน, in quella situazione critica, in un mare in tempesta: โ€œSignore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acqueโ€, osando avventurarci, solo sulla parola di colui che appariva uno sconosciuto (โ€œse sei tuโ€, dice Pietro, senza alcuna certezza che sia proprio Gesรน e con lโ€™unica dimostrazione, a posteriori, che colui che sembrava un fantasma fosse invece Gesรน offerta dal fatto che Pietro non sarebbe affogato), osando avventurarci, dunque, fuori dalla barca?

Quella pur โ€œpiccolaโ€ fede di Pietro forse era giร  una grande fede. Grande fede che pure non ci preserva, come non ha preservato Pietro, dalla tentazione, dal dubbio, dalla paura che sopravviene nel momento della prova, grande fede che pur non ci preserva dalla difficoltร  in cui ci sembra di soccombere, difficoltร  in cui quella che fino a quel momento ci poteva sembrare una chiara e magari anche lucida evidenza viene meno e non sembra piรน tale, difficoltร  in cui i punti di riferimento fino ad allora reperibili paiono scomparire dal nostro orizzonte, difficoltร  in cui anche le forze che fino a quel momento parevano sostenerci e su cui ci veniva di appoggiarci per assicurare la nostra perseveranza e fedeltร  futura sembrano venire meno e non essere sufficienti neanche per farci stare in piedi nel momento presente.

Forse questo momento di difficoltร  รจ quello che Gesรน definisce lโ€™โ€œentrare in tentazioneโ€, momento, come fu quello della passione e morte in croce di Gesรน, al quale egli stesso esortรฒ i discepoli a prepararsi, per non soccombere, mediante la veglia e la preghiera (cf. Mt 26,41), momento dal quale esorta i discepoli a guardarsi e nei confronti del quale li ammonisce a chiedere nella preghiera al Padre di preservarli, di non farli โ€œentrare in tentazioneโ€ (Mt 6,13), nel dominio della tentazione su di loro, quando il discepolo si ritrova come senza difese di fronte al male che lo tenta, di fronte alla tempesta che lo assale con una violenza che sembra travolgerlo.

Pietro e la comunitร  dei discepoli, dunque, nella storia non sono preservati da tale prova e tentazioni, da tempeste di ogni genere, ma a loro viene annunciata la buona notizia che possono fidarsi di Gesรน: โ€œCoraggio, sono io, non temete!โ€ (v. 27), e la sua presenza accanto e nella sua comunitร  in mezzo al mare in tempesta รจ lโ€™unica sicurezza che il discepolo e la chiesa devono cercare, lโ€™unica sicurezza su cui devono fare affidamento, perchรฉ lโ€™unica forza che, nonostante tutte le apparenze a volte contrarie, puรฒ tenerli in piedi. Ma di fronte a tale invito lasciamoci anche noi interrogare dalle parole di Gesรน a Pietro: โ€œPerchรฉ dubiti?โ€

sorella Cecilia


Fonte

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