Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 29 Dicembre 2020

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Ogni sera nella preghiera di compieta cantiamo o recitiamo il cantico di Simeone.

Dopo aver percorso la nostra giornata, attraversato il lavoro quotidiano, vissuto fatiche e contraddizioni, assaporato gioie e incontrato umanitร , prima di addormentarci, con le sue parole, compiamo un gesto di fiducia e affidamento al Signore.

Simeone era un โ€œuomo giusto โ€ฆ che attendeva la consolazione di Israeleโ€ (v. 25), il Messia. Uomo capace di quellโ€™esercizio di pazienza che รจ lโ€™attesa: apparente non agire e invece grande azione di umanitร , nella quale plasmiamo noi stessi avendo lo sguardo del cuore teso verso chi attendiamo.

Simeone aveva ricevuto un dono dallo Spirito: la promessa che non sarebbe morto prima di aver veduto il Cristo del Signore. Egli vive di questa promessa che dร  forza al suo agire, allo scorrere degli anni, alle fatiche della vecchiaia. Questa promessa si realizza quando Maria e Giuseppe portano al tempio il bambino Gesรน per adempiere la legge.

Simeone percepisce compiuta la sua attesa, le sue speranze, il suo desiderio esauditi. Le sue parole sono una lode e al contempo un saluto: โ€œOra lascia che il tuo servo vada in paceโ€ (v. 29).

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Ognuno di noi vive unโ€™attesa, nutrita di speranze e attraversata da fallimenti. Ognuno di noi desidera vedere con i propri occhi uno scorcio di salvezza, di umanitร  salvata: dalla malattia, dalla violenza e dalla fame.

Maria e Giuseppe si stupirono di queste parole, noi forse come loro restiamo stupiti. E ancor piรน del seguito delle parole di Simeone: โ€œEgli รจ qui per la caduta e la risurrezione di molti … e come segno di contraddizioneโ€ (v. 34).

Forse a ognuno di noi lโ€™attesa del ritorno del Signore pare lontana, dubbiosa, tanto piรน in questi giorni in cui facciamo memoria della sua prima venuta a Betlemme. Se in essa molti si stupirono e non lo riconobbero per la via inusuale scelta da Dio per incontrare lโ€™umanitร , un bambino avvolto in fasce in una mangiatoia (cf. Lc 2,12), solo unโ€™attesa, come quella di Simeone fatta di umanitร , ascolto e comprensione del cuore puรฒ prepararci a riconoscerlo nel momento del suo ritorno nelle vesti di una umanitร  scartata dove non avremmo mai immaginato di incontrare il Signore.

fratel Michele


Fonte

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