Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 28 Ottobre 2021

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Gesรน รจ uomo di solitudine e di comunione. Nella solitudine, la preghiera lo apre alla comunione con il Padre, per condividerne la volontร  e operare discernimento sul cammino.

Gesรน, lโ€™inviato dal Padre, lโ€™โ€œapostoloโ€, avrebbe potuto compiere la sua missione singolarmente, lui solo ci salva, ma ha voluto compiere il suo cammino vivendo la comunione con altri, facendosi realmente loro fratello nella fedeltร  fino alla fine. Eccolo quindi legarsi a delle persone ben precise, dei volti, dei nomi con cui condividere le fatiche e le piccole gioie di ogni giorno. Non un amore indistinto, generico ma legato a situazioni concrete che tuttavia nel piccolo, nel limitato possono esprimere lโ€™universale dellโ€™amore.ย 

Dio concentra la sua benedizione su persone particolari perchรฉ attraverso di loro possa espandersi sulla terra. Cosรฌ si รจ legato ad Abramo, a Mosรฉ, a David, a Mariaโ€ฆย 

Questa prima comunitร  voluta dal Signore comprende persone molto diverse tra loro, unite solo dalla parola del Signore che si รจ rivolta a loro, li ha raggiunti, ha trasformato le loro vite. Pur essendo particolarmente vicini a Gesรน, non sono tuttavia esenti dalla possibilitร  di raffreddare, abbandonare questo amore che un giorno li ha raggiunti e illuminati.

Notiamo anche che hanno bisogno ancora di un apprendistato accanto a Gesรน per essere portatori della buona notizia, del vangelo. Infatti, se la scelta รจ narrata nel capitolo 6 del Vangelo secondo Luca, dovremo aspettare fino al capitolo 9 perchรฉ Gesรน li invii veramente ad โ€œannunciare il regno di Dio e guarire gli infermiโ€ (Lc 9,2). Non particolari doti umane ma lโ€™assiduitร  con la vita e la parola di Gesรน li rende portatori di quella speranza che vivifica i cuori.

Noi possiamo cosรฌ, di generazione in generazione di credenti, essere grati a questi primi fratelli che furono โ€œtestimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parolaโ€ (Lc 1,2), coloro che ci trasmettono il nucleo della nostra fede, ovvero โ€œche Cristo morรฌ per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che รจ risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa e quindi ai dodiciโ€ (1Cor 15,3-5).

Gli apostoli sono i testimoni della resurrezione che danno soliditร  alla nostra fede. Cosรฌ oggi la chiesa ci porta a riconoscere due di questi apostoli: Simone lo Zelota e Giuda di Giacomo (detto anche Taddeo).

Simone detto โ€œzelotaโ€ come coloro che combattevano con violenza contro lโ€™oppressione romana che rendeva in schiavitรน Israele. Simone troverร , in quel rabbi povero e perseguitato, il Messia che ci libera dal male e dalla morte. Giuda di Giacomo, secondo quanto ci dice lโ€™evangelista Giovanni, durante lโ€™ultima cena, riceverร  da Gesรน la rivelazione: โ€œSe uno mi ama osserverร  la mia parola e il Padre mio lo amerร  e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di luiโ€ (Gv 14,23).

Nella descrizione simbolica della nuova Gerusalemme le mura della cittร  santa poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dellโ€™Agnello.

fratel Domenico


Fonte

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