Gesรน conclude il suo lungo insegnamento sul regno, o meglio sul โregnareโ di Dio (Lc 12,1 โ 13,21), con due immagini: lโimmagine del seme, un granello di senape, che un uomo prende e pone nella terra; quando cresce diventa una pianta grande e rigogliosa che, oltre a dare il suo frutto, offre agli uccelli il riparo per farvi i loro nidi. Poi lโimmagine del lievito che una donna prende e mescola a un poโ di farina per fare il pane che sazia la fame.
Sono due immagini che parlano della vita quotidiana, dellโattivitร essenziale che vede lโessere umano impegnato a sostenere e curare la vita.
E Gesรน ci dice che in questo Dio รจ allโopera; insieme allโuomo e alla donna fa crescere e lievitare il suo regno.
ร un processo che ha determinate caratteristiche: cโรจ una dimensione di nascondimento, di invisibilitร , e cโรจ la dimensione della libertร responsabile dellโessere umano che coopera con lo Spirito del Signore.
La dimensione invisibile, discreta, della presenza di Dio ci fa problemi. Quante volte dubitiamo, chiedendoci se Dio ci sia! Non crediamo che le promesse di Dio si realizzino, perchรฉ non siamo capaci di discernere i segni.
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Occorrono occhi per vedere nellโinvisibile; occorrono orecchi per sentire nel silenzio; occorrono un cuore e una mente abitati dalla memoria di Dio e della sua Parola. Come il popolo dei piccoli attorno a Gesรน โche esultava per tutte le meraviglie da lui compiuteโ (v. 17).
Quanto alla collaborazione dellโessere umano con il Signore, tutto lโinsegnamento di Gesรน sul regno di Dio consiste nellโinvitarci a lavorare con lui. A lasciare andare un mondo vecchio per costruirne uno nuovo, dove regna la giustizia, la pace, la fratellanza. Gesรน ci invita ad assumere in profonditร il suo evangelo nella nostra maniera di vivere.
Questo richiede lโaccettazione di un cambiamento, di una conversione. Che consiste in primo luogo in un ritorno allโessenziale. Quellโessenziale di cui parlano le immagini del seminare e del fare il pane.
Poi, gli evangeli e lโinsegnamento dellโapostolo Paolo non esitano a chiamare questa conversione una nuova nascita. Lasciare che Dio regni significa lasciare dietro di sรฉ ciรฒ che vecchio, quello che non serve piรน, per nascere di nuovo.
Siamo invitati di assumere la nostra vita nella morte e resurrezione di Gesรน.
Proprio con lโimmagine del lievito Paolo spiega alla comunitร di Corinto questa realtร della vita nuova in Cristo quando dice: Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poichรฉ siete azzimi. Infatti Gesรน, la nostra Pasqua, รจ stato immolato! Celebriamo โ e viviamo โ non con il lievito vecchio, nรฉ con lievito di malizia e di perversitร , ma con azzimi di sinceritร e di veritร (cf. 1Cor 5,7-8).
Ed รจ proprio con un avvertimento simile che Gesรน iniziava il suo insegnamento sul regno quando diceva: โGuardatevi dal lievito dei farisei, lโipocrisia!โ (Lc 12,1). Lโipocrisia, la doppiezza, la falsitร รจ quello che piรน ostacola e vela la venuta del Signore e del suo regno.
Perciรฒ non รจ un caso che sia cosรฌ difficile discernere i segni del regno, ma Dio รจ allโopera nellโimpegno discreto e quotidiano dellโuomo e della donna che vivono la loro fedeltร alla terra con il cuore rivolto al cielo.
sorella Alice
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