Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 27 Luglio 2021

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Seme che risplende come il sole

Il flusso di storie che esce dalla bocca di Gesรน lungo tutto il capitolo di Matteo che stiamo leggendo, oggi subisce una deviazione: un cambiamento di luogo e di ascoltatori. Gesรน era sulla riva del mare, fuori, per incontrare uomini e donne, ora fa il movimento contrario: lascia quella folla ed entra in casa, dove รจ circondato dai suoi discepoli. Da essi รจ sollecitato a dare spiegazione di una parabola raccontata a tutti: gli pongono una domanda specifica, vogliono approfondirne il senso. Gesรน non si tira indietro: se noi abbiamo bisogno di ulteriori parole, se vogliamo andare ancora piรน in profonditร  nella nostra comprensione di lui e del suo operare, lo dobbiamo interrogare, ed egli prende tempo con noi, ci spiega. Si ferma con chi รจ entrato in una relazione di intimitร , di frequentazione assidua con lui: questo rende possibile una sempre maggior conoscenza, egli puรฒ dirsi e noi possiamo ascoltare e provare a comprendere.

E con quale precisione Gesรน lo fa! Se la parabola era un susseguirsi di immagini: il seminatore, il campo, il seme, la zizzaniaโ€ฆ ora di ogni termine viene svelato ciรฒ a cui rimanda. Ma non solo, viene anche data una visione di ciรฒ che la parabola significa se applicata alla nostra vita. Tra parabola e spiegazione รจ intessuta la trama dellโ€™opera salvifica di Dio nei confronti dellโ€™essere umano: il suo essere luce, sole che produce linfa vitale, aprendo allโ€™essere umano il futuro, un tempo da vivere in cui รจ lasciato tutto lo spazio per mettere in gioco libertร  e responsabilitร . Sรฌ, perchรฉ il seme seminato รจ un โ€œbuon semeโ€, un โ€œseme belloโ€: a esso viene dato tutto il tempo per germinare, il tempo viene dilatato, nonostante la presenza anche di un seme cattivo, perchรฉ nel campo, che รจ il mondo, ci sia lo spazio per maturare prima della raccolta dei frutti.

Un tempo supplementare in cui a grano e zizzania, a tutti i tipi di seme, viene data la possibilitร  di lasciarsi plasmare, illuminare dalla luce del sole, per divenire โ€œluce del mondoโ€ (Mt 5,14). Una luce che a noi esseri umani viene continuamente donata attraverso le parole di Gesรน: la parola del vangelo che puรฒ illuminare le nostre vite. A ogni seme รจ richiesta unโ€™unica cosa: portare frutto, lรฌ รจ la sua โ€œbellezzaโ€. A ogni essere umano รจ dato di scegliere: lasciarsi nutrire dalla linfa vitale che viene dalla parola di Gesรน, e divenire a lui somiglianti, operando oggi, nel campo del mondo, il bene, la giustizia, la comunione, oppure rendersi sempre piรน lontani dallโ€™avere cittadinanza nel regno, operando scandali e ingiustizie. Alla fine del tempo, come in tutti i campi coltivati, arriva il momento della mietitura: รจ il tempo della separazione, di quellโ€™operazione che pur posticipata, arriverร . In quel momento lo sguardo sarร  rivolto al frutto: frutto nato nella sua bellezza, nutrito e maturato conformandosi alla luce dellโ€™amore che riceveva, o lโ€™aborto di un seme che aveva la potenzialitร  di essere โ€œbuono, belloโ€, ma che non si รจ nutrito della linfa dellโ€™amore, non ha voluto somigliare a quella luce che gli permetteva di vivere, ed รจ giร  morto.

Oggi la spiegazione di Gesรน ci proietta sรฌ verso il futuro, verso un oltre dove il nostro essere in potenza โ€œbuon semeโ€ potrร  โ€œsplendere come il soleโ€ (v. 43) se avrร  portato il frutto, un frutto perรฒ che cresce e matura nelle nostre scelte e azioni di oggi.

sorella Elisa


Fonte

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