Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 27 Luglio 2020

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Un uomo prende un piccolo seme e lo getta nel suo campo. Una donna prende un poco di lievito e impasta una grande quantitร  di farina. Sono gesti che gli uomini e le donne ripetono da secoli, gesti senza splendore, segnati dalla dura necessitร . Atti forse ritenuti dai piรน senza lucentezza. Lโ€™uomo di Nazaret passa e osserva questi gesti; accade qualcosa dentro di lui: una consonanza tra quelle azioni e la sua esperienza di fede, la fede nel Padre che รจ nei cieli. Ai suoi occhi non sono piรน gesti ripetuti, seriali, ma diventano delle azioni uniche, in ciascuna delle quali si racconta lโ€™eccedenza di quel Padre in cui Gesรน crede. Guardandoli, Gesรน comprende meglio la natura del Regno di cui annuncia la vicinanza e, grazie a questa scoperta, puรฒ approfondire quello sguardo nuovo che sta imparando a posare sulla realtร . Quei gesti diventano parabole che descrivono lโ€™accadere della signoria del Padre nella storia come un mistero di ospitalitร  al centro dellโ€™esistenza. La parabola attesta cosรฌ in Gesรน unโ€™intenzione di vicinanza nei confronti della vita. Forse la contemplazione autentica รจ percepire la vita ordinaria come il piรน mirabile dei miracoli. Percepire la bellezza di ciรฒ che esiste proprio a causa della sua mortalitร , della possibilitร  di non esserci. Ha scritto Simone Weil: โ€œNon รจ dal modo in cui un uomo parla di Dio, ma dal modo in cui parla delle cose terrestri che si puรฒ discernere se la sua anima ha soggiornato nel fuoco dellโ€™amore di Dioโ€.

Forse lโ€™annuncio del Regno รจ tutto qui: strappare gesti quotidiani e seriali dallโ€™opacitร , dallโ€™anonimitร , dallโ€™insignificanza, e farli diventare racconto del mistero di Dio. Il Regno che viene ed รจ da Dio, รจ giร  presente nella storia, nelle nostre storie, non รจ estraneo al nostro oggi. Il Dio di Gesรน รจ presente nelle opacitร  e nelle ambiguitร  dellโ€™esistenza, nelle sue contraddizioni e nei suoi fallimenti, cosรฌ come ci hanno raccontato le parabole di Matteo lette in questi giorni. Un seme gettato che incontra le resistenze del terreno, grano ed erbacce che crescono insieme, lโ€™improvvisa scoperta di un tesoro e di una perla, il faticoso tirare a riva una rete, l’ansiosa attesa di braccianti a giornata allโ€™ingresso di un villaggio, la disperazione di servi che non possono pagare un debito…

Cosรฌ accade con Gesรน: lโ€™uomo in croce, sconfitto e rifiutato dagli uomini e da Dio, รจ il vertice dellโ€™amore divino che scende sin dentro lโ€™inferno. Cosรฌ รจ con la parola di Dio contenuta nella Scrittura: essa non giunge mai a noi allo stato puro, incontaminato, ma sempre e solo per le parole di esseri umani di cui porta sempre i limiti e il marchio indelebile.

Cerca davvero il Regno chi custodisce in sรฉ lโ€™unitร  di questo sguardo che unisce lโ€™oggi dellโ€™essere umano allโ€™oggi di Dio, trasfigurandolo senza finire nellโ€™idolatria del presente e nel cinismo. Lโ€™uomo di Nazaret ci ricorda che discepolo รจ chi sa mantenere questo umile sguardo che aderendo alle cose della terra, alle pastoie della carne e del sangue, ai volti accolti come โ€œtuโ€, vi scorge i bagliori del Regno che viene ad aprire le finestre e a cambiare lโ€™aria.

fratel Davide

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