Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 26 Settembre 2022

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La tentazione di essere piรน grandi degli altri

Un paio di annotazioni testuali ci possono aiutare a cogliere la profonda valenza interiore del testo di oggi.

Occorre avere presente che vi รจ la ripetizione di uno stesso termine, dialoghismos, che viene tradotto in due modi differenti. I termini in questione sono โ€œdiscorsoโ€, allโ€™inizio del testo, e, subito dopo, โ€œpensieroโ€. Effettivamente โ€œdiscorsoโ€ ha una corretta traduzione grazie al โ€œtra loroโ€, in quanto un pensiero tra persone puรฒ riferirsi a un discorso. Ma associato al โ€œpensiero del loro cuoreโ€, appena successivo, sembra indicare qualcosa di inespresso che serpeggia nellโ€™intimo dei discepoli.

Anche il โ€œnacqueโ€ iniziale trova una traduzione letterale piรน precisa con โ€œentrรฒโ€. Cosรฌ viene evidenziato uno stesso โ€œpensieroโ€ che entra nei discepoli e che il Signore denuncia essere arrivato ad abitare fino alle profonditร  dei loro cuori.

Sรฌ, va riconosciuto quanto รจ ben espresso allโ€™inizio del libro della Genesi (Gen 4,7): il pensiero cattivo, il peccato รจ accovacciato alla porta del nostro cuore, pronto a entrare in noi, per sbranarci come โ€œleone ruggenteโ€. Occorre resistergli con saldezza, occorre dominarlo. Come tutta la tradizione spirituale insegna, con il peccato non bisogna dialogare, non bisogna lasciarlo entrare. Infatti, una volta entrato, introduce in noi un germe malvagio che concepisce il male fino a farlo diventare gravido di delitto e a partorire una disgrazia in primis per chi lo ha partorito e poi anche attorno a lui.

Benedetto dunque lโ€™intervento del Signore Gesรน che apre gli occhi dei discepoli e i nostri sul male che รจ entrato in noi fino ad abitarci nel cuore e che, travestito da angelo di luce, ci abbaglia per farci uscire dalla via stretta che conduce alla salvezza di una vita bella, buona e felice.

Non stiamo forse anche noi coltivando nel nostro cuore pensieri di grandezza per ergerci al di sopra degli altri?ย Occorre riconoscere che questi pensieri ci abitano, non siamo migliori di nessun altro. Riconoscendoli, possiamo dominarli, e anche se non riusciremo a ricacciarli fuori dalla porta del nostro cuore riusciremo a contenerne gli esiti malvagi.

Smascherato il primo pensiero malvagio di grandezza e superioritร  su chi ci vive accanto,ย ecco apparire un altro pensiero malvagio di grandezza: la grandezza o superioritร  comunitaria. Giovanni candidamente riferisce di aver impedito a uno che non fa parte del gruppo di Gesรน di scacciare demoni: โ€œperchรฉ non ti segue insieme con noiโ€.

Qui รจ riferito un raro caso, forse lโ€™unico nel vangelo, di sequela comunitaria e non personale. Anche quiย il voler essere piรน grandi di altri emerge in tutta la sua devastante potenza divisiva. Sembra quasi che, non essendo riusciti a essere piรน grandi allโ€™interno del gruppo dei discepoli di Gesรน, adesso si cerchi di esserlo in quanto gruppo nei confronti di altri.

Fintanto che Gesรน sarร  per noi un maestro da seguire per ergerci sopra gli altri, non potremo accedere alla sua salvezza. Salvezza possibile grazie al suo essere Signore delle nostre vite che, svelando il male che ci abita, รจ capace di renderlo inefficace, affinchรฉ possiamo giungere tutti insieme alla pienezza della vita.

fratel Dario di Cellole

Per gentile concessione del Monastero di Bose

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