Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 26 Luglio 2021

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โ€œIl Regno dei cieli รจ simileโ€ฆโ€

รˆ il ritornello che scandisce le parabole di questo capitolo 13 di Matteo. Gesรน vuole farci gustare il sapore del Regno dei cieli svegliando la nostra immaginazione. A noi il compito di lasciarci interrogare dalle immagini allusive delle sue storielle, a noi di aprire occhi, orecchi e cuore (v. 15) per afferrare la buona notizia che Gesรน ci porta e incarna. La prima parola della sua predicazione non รจ forse: โ€œConvertitevi perchรฉ il Regno dei cieli รจ vicinoโ€ (Mt 4,17)?

Per noi, questo โ€œRegno dei cieliโ€ resta un annuncio enigmatico e lo รจ tanto piรน quanto piรน ci chiama a conversione.

In Giovanni abbiamo un Gesรน che esprime la sua intimitร  con il Padre, al quale appartiene questo Regno (โ€œVenga il tuo Regnoโ€), e che osa dire: โ€œIo sono nel Padre e il Padre รจ in meโ€ (Gv 14,10). Giovanni lascia intendere che il Regno รจ espresso dalla relazione del Figlio con il Padre e che in questo senso Gesรน incarna il Regno. Ma il discorso in parabole del Vangelo di Matteo non รจ cosรฌ esplicito, stuzzica la nostra libertร  di interpretazione.

โ€œIl Regno di Dio รจ simile a un granello di senapeโ€. O Gesรน dice delle assurditร  vicine al blasfemo (paragonare Dio a un semino banaleโ€ฆ) o Gesรน provoca la nostra fantasia come per dire che nessuna immagine, nessuna idea di Dio potrร  mai definire il Dio Padre di Gesรน.ย 

E un uomo lo prende e lo semina, come se il Regno di Dio si seminasse?!

Il seme รจ potenzialmente relazionale, ha bisogno della terra per germinare e darsi; e cosรฌ Dio, ci fa intravedere Gesรน, per darsi ha bisogno della nostra accoglienza e ha anche bisogno di essere preso da qualcuno e seminato. Gesรน รจ stato quellโ€™uomo che, seminando il seme nel suo campo, nella sua vita, ha permesso a Dio di regnare su di lui e ci invita ad essere anche noi queste persone che prendendo in mano il seme gli permettono di crescere fino a poter diventare un luogo accogliente per altri viventi in cerca di rifugio nella loro vita (uccelli del cielo).ย 

Gesรน puรฒ essere visto e come seme e come campo e come colui che semina. La parabola รจ come un prisma con aspetti diversi e piรน prospettive affinchรฉ la luce del Regno possa scintillare ai nostri occhi.

Come nelle favole che attraggono la fantasia dei bambini, lโ€™autore non ha paura dellโ€™esagerazione. Il piรน piccolo dei semi diventa persino un albero, addirittura il piรน grande. La sproporzione รจ un invito a volgere lโ€™attenzione alla piccolezza e alla grandezza.

Gesรน, con lo sguardo di fede, fisso sul Padre, scorge una speranza nella piccolezza: un seme minuscolo, un poโ€™ di lievito bastano per accordare fiducia alla potenza trasformativa (conversione) della vita divina in noi. Si puรฒ accordare fiducia alla potenza dirompente della Parola di Dio vissuta e annunciata da un gruppetto insignificante di alcuni uomini e donne della Galilea, una parola che andrร  a toccare il cuore di molti popoli del mondo intero. Piccolezza potente perchรฉ, come il loro maestro, questi uomini e donne hanno riconosciuto la loro piccolezza, la loro fragilitร , lโ€™hanno affidata al Padre, accettando di morire al loro proprio desiderio di โ€œpotenzaโ€ per entrare dalla porta stretta nel Regno dei cieli.

Il Regno dei cieli รจ simileโ€ฆ Possiamo anche noi con la nostra vita essere parabola per altri?

sorella Sylvie


Fonte

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