โIl Regno dei cieli รจ simileโฆโ
ร il ritornello che scandisce le parabole di questo capitolo 13 di Matteo. Gesรน vuole farci gustare il sapore del Regno dei cieli svegliando la nostra immaginazione. A noi il compito di lasciarci interrogare dalle immagini allusive delle sue storielle, a noi di aprire occhi, orecchi e cuore (v. 15) per afferrare la buona notizia che Gesรน ci porta e incarna. La prima parola della sua predicazione non รจ forse: โConvertitevi perchรฉ il Regno dei cieli รจ vicinoโ (Mt 4,17)?
Per noi, questo โRegno dei cieliโ resta un annuncio enigmatico e lo รจ tanto piรน quanto piรน ci chiama a conversione.
In Giovanni abbiamo un Gesรน che esprime la sua intimitร con il Padre, al quale appartiene questo Regno (โVenga il tuo Regnoโ), e che osa dire: โIo sono nel Padre e il Padre รจ in meโ (Gv 14,10). Giovanni lascia intendere che il Regno รจ espresso dalla relazione del Figlio con il Padre e che in questo senso Gesรน incarna il Regno. Ma il discorso in parabole del Vangelo di Matteo non รจ cosรฌ esplicito, stuzzica la nostra libertร di interpretazione.
โIl Regno di Dio รจ simile a un granello di senapeโ. O Gesรน dice delle assurditร vicine al blasfemo (paragonare Dio a un semino banaleโฆ) o Gesรน provoca la nostra fantasia come per dire che nessuna immagine, nessuna idea di Dio potrร mai definire il Dio Padre di Gesรน.ย
E un uomo lo prende e lo semina, come se il Regno di Dio si seminasse?!
Il seme รจ potenzialmente relazionale, ha bisogno della terra per germinare e darsi; e cosรฌ Dio, ci fa intravedere Gesรน, per darsi ha bisogno della nostra accoglienza e ha anche bisogno di essere preso da qualcuno e seminato. Gesรน รจ stato quellโuomo che, seminando il seme nel suo campo, nella sua vita, ha permesso a Dio di regnare su di lui e ci invita ad essere anche noi queste persone che prendendo in mano il seme gli permettono di crescere fino a poter diventare un luogo accogliente per altri viventi in cerca di rifugio nella loro vita (uccelli del cielo).ย
Gesรน puรฒ essere visto e come seme e come campo e come colui che semina. La parabola รจ come un prisma con aspetti diversi e piรน prospettive affinchรฉ la luce del Regno possa scintillare ai nostri occhi.
Come nelle favole che attraggono la fantasia dei bambini, lโautore non ha paura dellโesagerazione. Il piรน piccolo dei semi diventa persino un albero, addirittura il piรน grande. La sproporzione รจ un invito a volgere lโattenzione alla piccolezza e alla grandezza.
Gesรน, con lo sguardo di fede, fisso sul Padre, scorge una speranza nella piccolezza: un seme minuscolo, un poโ di lievito bastano per accordare fiducia alla potenza trasformativa (conversione) della vita divina in noi. Si puรฒ accordare fiducia alla potenza dirompente della Parola di Dio vissuta e annunciata da un gruppetto insignificante di alcuni uomini e donne della Galilea, una parola che andrร a toccare il cuore di molti popoli del mondo intero. Piccolezza potente perchรฉ, come il loro maestro, questi uomini e donne hanno riconosciuto la loro piccolezza, la loro fragilitร , lโhanno affidata al Padre, accettando di morire al loro proprio desiderio di โpotenzaโ per entrare dalla porta stretta nel Regno dei cieli.
Il Regno dei cieli รจ simileโฆ Possiamo anche noi con la nostra vita essere parabola per altri?
sorella Sylvie
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