Nel nostro vivere quotidiano e quindi anche nel nostro immaginario religioso prevale spesso la logica bancaria del do ut des. Si elargiscono favori per esigere il contraccambio, si aiuta una persona perchรฉ, non si sa mai, un giorno potrei avere io bisogno di aiuto. Sovente si prega Dio per ottenere una grazia super dettagliata, un miracolo ben confezionato. Lโepisodio che lโevangelista Matteo narra con tono asciutto e linguaggio perentorio inceppa questo meccanismo. Poche parole di due corpi che entrano in relazione e il prodigio รจ โservitoโ con naturalezza, nella gratuitร piรน assoluta, senza logiche di mercato.
Il lebbroso non ha nulla da dimostrare, la sua malattia contagiosa si staglia con la forza dellโautoevidenza. Non ha meriti da spiattellare davanti a Gesรน. Lui che vive una vita da escluso, emarginato, povero, non ha nulla da offrire allโuomo di Dio disceso dalla montagna. Eppure ha il coraggio di avvicinarsi, sfidando le leggi del distanziamento sociale imposte a uomini e donne del suo calibro, si prostra davanti allโuomo seguito da folle oceaniche e ci consegna perle di valore che solo i poveri sono in grado di donarci: โSignore, se vuoi, puoi purificarmiโ. Non cโรจ nessuna pretesa, nessuna recriminazione, nessun sentimento di rabbia nรฉ timore reverenziale, nessun clamore. Il suo desiderio di vita lo mette in movimento, la sua ricerca dellโAltissimo lo fa prostrare a terra, giรน in basso, ai piedi di Gesรน.
Gesรน non risponde con un sospeso โvediamoโ, โlasciami il tempo di pensareโ o un improbabile โne parliamo piรน tardi, ora non ho tempoโ. Un mero tendere la mano e un tocco: cosรฌ Gesรน reagisce allโavvicinarsi del lebbroso e al suo gesto di adorazione. Tende la mano e lo tocca, gli ridร dignitร , si pone al suo livello, lo ama come mai nessuno lo ha amato. โLo voglioโ: il desiderio del lebbroso accende il desiderio di Gesรน. Il malato senza nome sfida Gesรน, Gesรน accoglie la sfida. La logica di Dio รจ dare. Punto. โDoโ รจ la sua nota dominante. Il resto della sinfonia, che sta a noi suonare, nasce da quella prima nota.
Quanto non detto in questo incontro! Eppure cโรจ tutto lโessenziale delle beatitudini del Regno appena proclamate. Quelli che sono poveri, nel pianto, miti, affamati e assetati di giustizia, misericordiosi, puri, operatori di pace, perseguitati sono davvero beati e Gesรน adesso lo impara sulla sua pelle. Gesรน ha appena finito di proclamare il discorso della montagna, ora i poveri gli insegnano a metterlo in pratica. La guarigione non รจ sgorgata da un dio umiliante e scontroso che alcuni guarisce e altri punisce, ma da un povero che ha assunto veramente la sua beatitudine, si รจ approssimato, ha molto amato e si รจ affidato con discrezione e libertร alla potenza gratuita del Signore.
Il silenzio ora รจ dโobbligo. Non ci sono parole che possano esprimere sรฌ tanta dolcezza di gesti, sรฌ tanto desiderio di vita e amore creazionale. La vita nasce nel silenzio di nove mesi di gestazione. Cโรจ un pudore che le parole non possono sacrificare. Cโรจ un segreto che va custodito nel piรน profondo del proprio cuore, come un tesoro geloso. Cโรจ invece una testimonianza da rendere al sacerdote che ha il potere di attestare lโavvenuta guarigione. Perchรฉ lโex-lebbroso sia reintegrato nella comunitร , con formula piena.
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fratel Giandomenico
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