I familiari di Gesรน
โChi รจ mia madre, chi sono i miei fratelli?โ, dice Gesรน. Chi sono โi suoiโ (Mc 3,21), chi quelli di casa sua? Un interrogativo con una puntuale risposta sempre da parte di Gesรน: โChi fa la volontร del Padre mio, costui รจ per me fratello, sorella e madreโ, volontร resa esplicita nel dire e nel fare di Gesรน: โMio cibo รจ fare la volontร di colui che mi ha mandato e compiere la sua operaโ (Gv 4,34). La volontร del Padre รจ la ragione che determina lโoggi del Gesรน storico, il viverla e il renderla nota offrendola come volontร in grado di orientare il cammino di quanti lโaccolgono. Costoro sono i suoi familiari, lโinsieme dei discepoli veduti (cf. Mc 1,16.19) e chiamati (cf. Mc 1,20) da Gesรน a stare con lui (cf. Mc 3,13), al seguito di lui, โdietro a luiโ (Mc 1,17; 8,34). Una convivenza amicale e familiare che diventa condivisione di un progetto, il โRegno di Dioโ (Mc 1,15) che รจ โpace, gioia e giustizia nello Spirito Santoโ (Rm 14,17). Cosa giusta che apre alla gioia รจ la riconciliazione Dio-uomo-creato: allโuno figli e figlie, allโaltro fratelli e sorelle, alla natura custodi, un giร in cammino verso la sua piena fioritura, la riconciliazione oltre ogni male, ogni dolore e ogni morte.
Familiari di Gesรน sono quanti nel frattempo della storia dicono sรฌ alla chiamata e al progetto di Gesรน: in lui il Figlio, lโamato (cf. Mc 1,11), si รจ fatto vicinissimo allโuomo offrendogli come non mai la possibilitร di divenire figlio del Regno, uomo di pace a misura del Figlio. Questo lโappello di Dio in Gesรน allโuomo, questa la sua volontร , convertirsi a questa buona notizia accogliendola in intera fiducia, annunciandola e testimoniandola con la bellezza di un esserci da figlio del Regno: la filialitร , la fraternitร , la custodia e lโeternitร , buona notizia che al contempo trasforma il presente e rimanda al suo futuro di pienezza.
La questione ci riguarda da vicino: la volontร del Padre, il dire sรฌ a Gesรน e alla sua proclamazione del Regno, รจ la ragione ultima e decisiva che determina il nostro esistere, o no? Essere familiari-discepoli di Gesรน, โsuoiโ, di casa sua, diventa lโumano del sรฌ libero e gioioso a una chiamata non a basso prezzo che deve fare i conti con altre chiamate che domandano discernimento.
La possibilitร della familiaritร con Gesรน รจ dunque messa alla prova da altre ragioni alternative e in opposizione, ricche di fascino: ad esempio fare dellโio (cf. Mc 8,34-35), della ricchezza (cf. Mc 10,23-27; Lc 14,33; 16,13), dellโetnia (cf. Gal 3,28) e dei legami di sangue gli assoluti su cui fondare la propria vita. Ma โse uno viene a me e non mi ama piรน di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non puรฒ essere mio discepoloโ (Lc 14,26). Il divenire familiari di Gesรน, parenti con Dio (โdi lui stirpe noi siamoโ, At 17,28) implica il perdere familiaritร con ogni assoluto che si frappone tra il discepolo e Cristo: il ripiegamento su di sรฉ, la libidine della merce e altresรฌ il legame parentale.
Non siamo al cospetto di uno screzio familiare ma, chiaramente in Marco, a una lettura del clan familiare come pietra di inciampo al procedere e alle richieste di Gesรน. Lโevangelista segnala un prendere le distanze da Gesรน non solo dei farisei (cf. Mc 3,24) ma degli stessi parenti che lo considerano โfuori di sรจโ (Mc 3,21). Di questo parla il brano evangelico: non di uno screzio familiare ma di una lettura del clan parentale come pietra dโinciampo, del prendere una distanza da lui (stanno โfuoriโ, cf. Mc,3,31-32), del considerarlo โfuori di sรฉโ (Mc 3,21), del volerlo controllare imprigionandolo nei propri parametri geografici e nei propri schemi mentali. Per affetto e protezione, possiamo pensare. Marco รจ duro: al no a Gesรน dei farisei e degli erodiani (cf. Mc 3,6) e anche degli scribi (cf. Mc 3,22-30) fa seguire il no parentale, di sua madre e i suoi cugini.
Non si tratta di demonizzare lโโio, le cose e i legami di sangue ma la loro pretesa di parola ultima che per il discepolo รจ Cristo e il suo Vangelo del Regno, un Cristo che considera sua nuova famiglia gli aderenti a lui e gli ascoltatori della sua parola. E da questo non torna indietro, non si lascia sedurre dal richiamo della casa parentale.
Unโultima annotazione merita il riferimento alla โmadreโ: lโappunto di Marco va letto alla luce dellโinsieme neotestamentario che si riferisce a Maria, della quale รจ detto che non sempre comprese Gesรน (cf. Lc 2,50), con lโaggiunta: โMaria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuoreโ (Lc 2,19 nellโattesa del giorno del loro svelamento, il terzo giorno della resurrezione (cf. Lc 2,46). ร il cammino di fede di Maria, esemplare del nostro.
fratel Giancarlo
Per gentile concessione del Monastero di Bose
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