Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 24 Gennaio 2023

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I familiari di Gesรน

โ€œChi รจ mia madre, chi sono i miei fratelli?โ€, dice Gesรน. Chi sono โ€œi suoiโ€ (Mc 3,21), chi quelli di casa sua? Un interrogativo con una puntuale risposta sempre da parte di Gesรน: โ€œChi fa la volontร  del Padre mio, costui รจ per me fratello, sorella e madreโ€, volontร  resa esplicita nel dire e nel fare di Gesรน: โ€œMio cibo รจ fare la volontร  di colui che mi ha mandato e compiere la sua operaโ€ (Gv 4,34). La volontร  del Padre รจ la ragione che determina lโ€™oggi del Gesรน storico, il viverla e il renderla nota offrendola come volontร  in grado di orientare il cammino di quanti lโ€™accolgono. Costoro sono i suoi familiari, lโ€™insieme dei discepoli veduti (cf. Mc 1,16.19) e chiamati (cf. Mc 1,20) da Gesรน a stare con lui (cf. Mc 3,13), al seguito di lui, โ€œdietro a luiโ€ (Mc 1,17; 8,34). Una convivenza amicale e familiare che diventa condivisione di un progetto, il โ€œRegno di Dioโ€ (Mc 1,15) che รจ โ€œpace, gioia e giustizia nello Spirito Santoโ€ (Rm 14,17). Cosa giusta che apre alla gioia รจ la riconciliazione Dio-uomo-creato: allโ€™uno figli e figlie, allโ€™altro fratelli e sorelle, alla natura custodi, un giร  in cammino verso la sua piena fioritura, la riconciliazione oltre ogni male, ogni dolore e ogni morte.

Familiari di Gesรน sono quanti nel frattempo della storia dicono sรฌ alla chiamata e al progetto di Gesรน: in lui il Figlio, lโ€™amato (cf. Mc 1,11), si รจ fatto vicinissimo allโ€™uomo offrendogli come non mai la possibilitร  di divenire figlio del Regno, uomo di pace a misura del Figlio. Questo lโ€™appello di Dio in Gesรน allโ€™uomo, questa la sua volontร , convertirsi a questa buona notizia accogliendola in intera fiducia, annunciandola e testimoniandola con la bellezza di un esserci da figlio del Regno: la filialitร , la fraternitร , la custodia e lโ€™eternitร , buona notizia che al contempo trasforma il presente e rimanda al suo futuro di pienezza.

La questione ci riguarda da vicino: la volontร  del Padre, il dire sรฌ a Gesรน e alla sua proclamazione del Regno, รจ la ragione ultima e decisiva che determina il nostro esistere, o no? Essere familiari-discepoli di Gesรน, โ€œsuoiโ€, di casa sua, diventa lโ€™umano del sรฌ libero e gioioso a una chiamata non a basso prezzo che deve fare i conti con altre chiamate che domandano discernimento.

La possibilitร  della familiaritร  con Gesรน รจ dunque messa alla prova da altre ragioni alternative e in opposizione, ricche di fascino: ad esempio fare dellโ€™io (cf. Mc 8,34-35), della ricchezza (cf. Mc 10,23-27; Lc 14,33; 16,13), dellโ€™etnia (cf. Gal 3,28) e dei legami di sangue gli assoluti su cui fondare la propria vita. Ma โ€œse uno viene a me e non mi ama piรน di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non puรฒ essere mio discepoloโ€ (Lc 14,26). Il divenire familiari di Gesรน, parenti con Dio (โ€œdi lui stirpe noi siamoโ€, At 17,28) implica il perdere familiaritร  con ogni assoluto che si frappone tra il discepolo e Cristo: il ripiegamento su di sรฉ, la libidine della merce e altresรฌ il legame parentale.

Non siamo al cospetto di uno screzio familiare ma, chiaramente in Marco, a una lettura del clan familiare come pietra di inciampo al procedere e alle richieste di Gesรน. Lโ€™evangelista segnala un prendere le distanze da Gesรน non solo dei farisei (cf. Mc 3,24) ma degli stessi parenti che lo considerano โ€œfuori di sรจโ€ (Mc 3,21). Di questo parla il brano evangelico: non di uno screzio familiare ma di una lettura del clan parentale come pietra dโ€™inciampo, del prendere una distanza da lui (stanno โ€œfuoriโ€, cf. Mc,3,31-32), del considerarlo โ€œfuori di sรฉโ€ (Mc 3,21), del volerlo controllare imprigionandolo nei propri parametri geografici e nei propri schemi mentali. Per affetto e protezione, possiamo pensare. Marco รจ duro: al no a Gesรน dei farisei e degli erodiani (cf. Mc 3,6) e anche degli scribi (cf. Mc 3,22-30) fa seguire il no parentale, di sua madre e i suoi cugini.

Non si tratta di demonizzare lโ€™โ€™io, le cose e i legami di sangue ma la loro pretesa di parola ultima che per il discepolo รจ Cristo e il suo Vangelo del Regno, un Cristo che considera sua nuova famiglia gli aderenti a lui e gli ascoltatori della sua parola. E da questo non torna indietro, non si lascia sedurre dal richiamo della casa parentale.

Unโ€™ultima annotazione merita il riferimento alla โ€œmadreโ€: lโ€™appunto di Marco va letto alla luce dellโ€™insieme neotestamentario che si riferisce a Maria, della quale รจ detto che non sempre comprese Gesรน (cf. Lc 2,50), con lโ€™aggiunta: โ€œMaria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuoreโ€ (Lc 2,19 nellโ€™attesa del giorno del loro svelamento, il terzo giorno della resurrezione (cf. Lc 2,46). รˆ il cammino di fede di Maria, esemplare del nostro.

fratel Giancarlo

Per gentile concessione del Monastero di Bose

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