Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 23 Ottobre 2021

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Fatti di cronaca: violenze di un potere tirannico, per il quale gli esseri umani sono solo casi, numeri o addirittura merce; disastri casuali o criminali, crolli di torri, di ponti o di case. Sembra di leggere ciรฒ di cui si nutrono i nostri giornali, benchรฉ non sia ciรฒ che effettivamente riempie il nostro quotidiano. Inoltre, le notizie giornalistiche si accontentano di riferire gli eventi, tuttโ€™al piรน cercano i colpevoli per trascinarli davanti ai tribunali. Ma le vittime ben presto sono dimenticate. Invece Gesรน si interessa ad esse: perchรฉ loro?

Era allora normale vedere in simili eventi la punizione di una colpa, e nella felicitร  la ricompensa del giusto. Non diceva forse il Salmo: โ€œEro giovane e ora sono anziano: non ho mai visto il giusto abbandonato nรฉ i suoi figli mendicare il paneโ€? O: โ€œHo visto il malvagio trionfare โ€ฆ; sono ripassato ed ecco, non cโ€™era piรน, lโ€™ho cercato e piรน non lโ€™ho trovatoโ€ (Sal 37,25.35-36). Anche gli amici di Giobbe non cessano di ribadire lo stesso pensiero. Fosse vero!ย 

Ma Giobbe e Qohelet, che gli fa eco, contestano fondamentalmente questo teorema. Sono precursori dellโ€™insegnamento di Gesรน.

No, le catastrofi non sono punizioni di Dio per qualche colpa commessa dalle vittime. In realtร  non cโ€™รจ spiegazione, neanche da parte di Gesรน; lโ€™origine del male e la scelta delle vittime restano un enigma. Ma ciรฒ non implica che non si possa dare ad esse un senso.

Da un lato sono manifestazioni di un male che invade le nostre esistenze e si insinua ovunque, in tutte le realtร  della nostra vita, personali, comunitarie, nazionali, mondiali, politiche, religioseโ€ฆ e persino sportive.

Allora questi eventi drammatici costituiscono, dโ€™altra parte, un ammonimento: queste vittime non erano piรน peccatrici degli altri, nรฉ di voi nรฉ di noi, e quindi: โ€œSe non vi convertite, perirete tutti allo stesso modoโ€ (v. 5).ย 

Ciรฒ non vuol dire che la conversione ci eviterร  sicuramente di subire la loro stessa sorte, ma che ciรฒ che รจ capitato a loro non sarร  stato โ€“ almeno per noi โ€“ inutile: ci avrร  incitati alla conversione, che perรฒ non si identifica solo con la celebrazione del rito penitenziale o della riconciliazione; conversione รจ invece cambiamento nel modo di concepire la propria vita e le relazioni che intratteniamo con gli altri, cambiamento di mentalitร  che faccia di queste tragedie delle occasioni di solidarietร  e di amore.

Altrimenti siamo come quel fico che il proprietario ha trovato, tre anni di seguito, senza alcun frutto: siamo solo alberi sterili che sfruttano invano il terreno.ย 

Ma anche se fossimo tali, non ci sarebbe ancora da disperare, perchรฉ cโ€™รจ il vignaiolo โ€“ il Cristo โ€“, il quale non si rassegna a vedere tagliato quellโ€™albero. Egli si impegna a fondo, fino a dare la vita per noi, pur di non doverci tagliareโ€ฆ Anzi, anche alla fine, quando non cโ€™รจ umanamente piรน niente da sperare, si rifiuta addirittura di procedere: โ€œVedremo se porterร  frutti per lโ€™avvenire; se no, lo taglieraiโ€ (v. 9), cioรจ: โ€œIo non lo taglierรฒ ma, se ci tieni, lo farai tu, tu che questo albero-essere umano hai creatoโ€.

fratel Daniel


Fonte

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