Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 22 Luglio 2021

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Maria! Rabbuni!

Maria Maddalena, o di Magdala, di cui oggi facciamo memoria, รจ ricordata dai vangeli soprattutto negli ultimi capitoli, tra le donne testimoni della crocifissione e della resurrezione di Gesรน. Solo Luca la menziona esplicitamente anche altrove, tra le donne โ€œguarite da spiriti cattivi e da infermitร โ€ che seguivano e servivano Gesรน. Da lei, specifica lโ€™evangelista, โ€œerano usciti sette demoniโ€ (Lc 8,2-3).

Maria รจ dunque innanzitutto la testimone della morte e lโ€™annunciatrice della vita di Gesรน. Colei che sta presso la croce e vede lโ€™eccesso dellโ€™amore; e poi corre al sepolcro, attratta da quel corpo amato, e lรฌ scopre che lโ€™amore รจ vivo e la invia, prima fra tutti, ad annunciarlo agli altri discepoli, per cui sarร  ricordata come โ€œlโ€™apostola degli apostoliโ€.

Eppure, piรน che come annunciatrice, nellโ€™immaginario collettivo Maria รจ presente come la peccatrice penitente. Pensiamo alle immagini, soprattutto occidentali, che la ritraggono discinta, a indicare il suo presunto peccato, e penitente! I โ€œsette demoniโ€ hanno fatto correre la fantasia esegetica giร  degli antichi, che identificano Maria di Magdala con la peccatrice di cui lo stesso Luca narra appena prima del brano sulle donne a seguito di Gesรน. Colei che, portando un vaso di profumo, unse i piedi del Maestro, asciugandoli e baciandoli, con una libertร  che aveva scandalizzato il fariseo Simone (cf. Lc 7,36-39). I sette demoni sono bastati per unโ€™identificazione che lโ€™esegesi moderna mette in discussione, insieme allโ€™altra, anchโ€™essa antica, che associa Maria Maddalena a Maria di Betania.

Identificazioni a parte, ciรฒ di cui per certo i vangeli parlano รจ una donna che ha conosciuto un passaggio di guarigione e di rinascita. Maria ha visto prima nella sua carne e poi in quella del Maestro lโ€™azione nefasta della morte. Quindi, prima nella sua carne e poi nel corpo del Maestro, la potenza della vita: lei liberata dai sette demoni e Gesรน dalle catene della morte. Questo passaggio รจ il messaggio dellโ€™evangelo di oggi.

Il primo tratto che emerge da questo brano รจ il pianto di Maria. Per quattro volte in pochi versetti torna il verbo โ€œpiangereโ€ (vv. 11, 13, 15). Per due volte sotto forma di una domanda che si ripete identica, sulla bocca dei due angeli e di Gesรน: โ€œDonna, perchรฉ piangi?โ€ (vv. 13 e 15).

Quel pianto perรฒ si scioglierร  in un grido di esultanza, in quel โ€œho vistoโ€ dellโ€™ultimo versetto, espressione del passaggio dalla morte alla vita, dallโ€™angoscia di aver perso, alla gioia di aver ritrovato. E in mezzo lโ€™incontro risanatore con il Signore, riconosciuto dal tono della voce che, con straordinaria semplicitร  e grazia, dice solo il suo nome, โ€œMariaโ€, risvegliando cosรฌ in lei lโ€™identitร  e la funzione di colui che la chiamava: โ€œMaestroโ€ (v. 16).

Ecco lโ€™incontro di guarigione. Maria riascolta la voce: la sua vocazione originaria. E poi ridร  a Gesรน lo spazio che gli spetta nella sua esistenza: Rabbunรฌ, Maestro, piรน precisamente: โ€œMio maestroโ€.

Questo richiede che Maria accetti un altro passaggio: dal Maestro come lo aveva conosciuto a un altro modo di presenza. รˆ quello che Gesรน le chiede con quel โ€œnon mi trattenereโ€ (v. 17), un imperativo presente che dice durata e che potremmo tradurre con โ€œnon continuare a trattenermiโ€. Maria deve lasciare. Solo cosรฌ potrร  rinascere. Lasciare per ritrovare. E soprattutto lasciare che il Signore sia il Signore e lei la discepola.

fratel Sabino


Fonte

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