Lโevangelista Luca pone sulle labbra di Maria questo canto di lode in cui riecheggia il cantico di Anna, madre di Samuele (cf. 1Sam2,1-10), un canto di lode secondo la tradizione biblica, ricco di citazioni. Tutto il testo รจ attraversato da un tema estremamente caro al terzo evangelista, tema portante di tutta la Scrittura: la predilezione di Dio per i poveri, per i piccoli del Signore.
Maria magnifica il Signore perchรฉ ha rivolto lo sguardo alla โbassezzaโ, alla piccolezza della sua serva. Riconosce la sua pochezza e per questo puรฒ magnificare lโopera di Dio, puรฒ accogliere il suo sguardo, la sua misericordia. Nella tradizione cattolica romana il termine tapeinosis รจ tradotto con โumiltร โ, ma qui cโรจ giร un pregiudizio con una connotazione morale, almeno a partire dalla tradizione occidentale e dal valore che diamo a questo termine. Tutto ciรฒ rischia di farci perdere il senso e la forza dirompente del testo.
La beatitudine di cui Maria รจ oggetto, come anche Elisabetta lโha proclamata, รจ la beatitudine di chi riconosce e riceve la misericordia di Dio nella propria esistenza, misericordia che dice la fedeltร di Dio alla sua promessa al popolo dโIsraele e a tutti quelli che lo temono di generazione in generazione.
La memoria dellโincarnazione che stiamo per celebrare รจ lโoccasione per meditare sulla fedeltร di Dio che esprime realmente e concretamente giorno per giorno la sua onnipotenza nellโamore. In un mondo sempre piรน preoccupato dellโapparenza, di mostrare la propria superioritร rispetto agli altri, questo canto di Maria ci riporta alla veritร di ciรฒ che ciascuno di noi รจ, una veritร che nella sua piccolezza รจ sempre amata e guardata da Dio. Solo nella piccolezza noi possiamo accogliere la sua fedele misericordia, e questa promessa sempre compiuta รจ la sorgente diuna gioia che nessuno puรฒ toglierci. Non la gioia effimera di una convenzione o di un rito quale facilmente puรฒ diventare il Natale, ma quella gioia profonda che con forza chiede di essere condivisa, chiede e urge lโincontro con lโaltro e il dono di una gioia e di una speranza sempre possibile.
Riconoscendo questa fedeltร di Dio nella storia noi possiamo riconoscerci parte di un tutto, di una storia piรน grande che ha un passato di cui siamo debitori e un futuro che volenti o nolenti sarร segnato dal nostro oggi. Questo oggi della storia, di ogni storia, cosรฌ caro a Luca, รจ un oggi che si dilata nel tempo se noi sappiamo viverlo nella pienezza e nella pochezza di ciรฒ che ciascuno di noi รจ, senza cercare di primeggiare sugli altri, senza rincorrere successi effimeri, ma osando dire di sรฌ ad ogni giorno della nostra esistenza, dire di sรฌ come Maria senza calcoli di convenienza, a volte anche senza comprendere, ma solo affidandoci a quella promessa di misericordia, che รจ promessa di beatitudine, la beatitudine di chi ha sperimentato che nella nostra debolezza sta la sua forza. Forza di colui che sempre sarร fedele nellโamore e nella misericordia anche quando noi dovessimo diventare infedeli.
fratel Nimal
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