Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 22 Aprile 2022

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Terza ed ultima apparizione del Risorto nel racconto di Giovanni, fortemente coordinata con le due precedenti e col resto del Vangelo, probabilmente redatta in un secondo momento. Felice aggiunta che, mi sembra, completa il messaggio dei racconti della resurrezione. Nellโ€™insieme, mostra come una comunitร  credente, che cerca di vivere il compito affidatole – missione dellโ€™annuncio e comunione dโ€™amore – puรฒ essere certa della presenza del Risorto ed รจ chiamata a vederla e a riconoscerla in diverse situazioni problematiche: paura che la rinchiude, incredulitร  che la limita e la divide, e strada facendo anche sbandamento e fallimento sempre possibili.

Sette discepoli: di solito lo si ritiene un numero di totalitร , ma posso anche leggerli come quelli che sono rimasti dopo vicende che non รจ necessario narrare, quelli disposti a restare e ad agire assieme. Personaggi con caratteristiche, funzioni e carismi diversi, accomunati dall’inefficacia dei loro sforzi nonostante la buona volontร .
In pochi, obbedendo a un Signore che non sono neppure capaci di riconoscere subito, pescano tutto (153: numero perfetto e, secondo Girolamo, tutte le specie ittiche). Lโ€™obbedienza alla parola porta frutto anche nella situazione in cui sembra che si ricominci sempre da zero (in Galilea, a fare lโ€™antico mestiereโ€ฆ ).

Identificati per nome i grandi confessori del vangelo, che hanno perรฒ vissuto anche una dimensione di incredulitร : Natanaele (cf. Gv 1,49), Tommaso (cf. Gv 20,28), Pietro (cf. Gv 18,25-27), situazioni che, mi viene ricordato, non sono mai risolte del tutto e si ripresentano in altro modo.

Non efficacia automatica, lโ€™autonomia di un potere indipendente ricevuto una volta per sempre, ma una presenza necessaria e da riconoscere. โ€œSenza di me non potete far nulla!โ€ (Gv 15,5). Nella presenza agente del Signore, la sua tenerezza preveniente (โ€œpiccoli figliโ€) opera e, nel contempo, lo svela.

Movimento da โ€œnon sapevano che era Gesรนโ€ a โ€œsapevano che era il Signoreโ€ con al centro โ€œรจ il Signoreโ€ del discepolo che conosce perchรฉ รจ amatoโ€ฆ Si crea una dinamica in cui concorrono vari elementi, tutti insufficienti, mancanti di pienezza. Non bastano confessione, consapevolezza, slancio: il punto centrale รจ il banchetto preparato da Gesรน. Il Signore, accompagnatore e artefice, รจ anche ospite (cf. Sal 23).
Come lungo tutto il Vangelo, Gesรน risponde ai bisogni fondamentali degli uomini donando il necessario e anche ciรฒ che รจ โ€œin piรนโ€: il cibo, col pane e pesce moltiplicati, ma anche la festa, col vino straordinariamente abbondante di Cana.

Colui che ci accoglierร  alla fine, giร  ora prepara un pasto eucaristico di ristoro, indipendente dai risultati ottenuti, anche se, come i pani della moltiplicazione, in qualche modo anchโ€™essi vi partecipano: il frutto della propria pesca, ciรฒ che la parola del Signore ha reso possibile, si integra col giร  preparato. In un banchetto gratuito, anticipazione di quello escatologico, timidamente si puรฒ sperimentare la gioia preannunciata da Gesรน nei discorsi di addio: la situazione in cui lo si conosce, non cโ€™รจ bisogno di fare domande, e si scopre che la pesca infruttuosa รจ lโ€™accesso alla comunione col Signore.

fratel Daniele


Fonte

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