Una scena scarna di elementi: il movimento che si contrappone alla staticitร . Un flusso di vita che sfiora la stagnazione mortifera. Il nuovo, ignoto, si staglia sullโantico, giร noto. Lโevangelista Matteo, di cui oggi facciamo memoria, non indugia su particolari, su lunghe descrizioni di eventi straordinari: due uomini, uno in piedi, guarda e chiama, lโaltro seduto sente e si alza. Lโuno riconosce nellโaltro la Vita, in un lampo, in un fulmineo istante รจ racchiusa ciรฒ che definiamo la โchiamataโ: un silenzioso, impercettibile sguardo.
Gesรน, nellโanonimato e nel silenzio di ogni singola vita opera il miracolo di uno sguardo potente, che raggiunge le profonditร del nostro essere, il nostro cuore e ci guarisce aprendoci la possibilitร di una novitร . Matteo ha il suo posto riservato, una zona protetta: il tavolo, posizione privilegiata, dalla quale puรฒ collaborare con il potere straniero. Cosรฌ รจ visto e guardato dai suoi concittadini: un collaboratore del nemico, capace di imbrogli, di operazioni illecite.
Lรฌ perรฒ รจ anche visto dallโuomo Gesรน: โGesรน vide un uomoโ (v. 9), lรฌ รจ raggiunto da quello sguardo e proprio quel luogo egli lascia intravedendo una possibilitร di vita. Gesรน con quello sguardo lo richiama alla vita e Matteo โsi alzaโ (cf. v. 9). Matteo lascia la stabilitร della sua sedia per la precarietร della strada, si assume il rischio del cammino con una nuova direzione, sconosciuta: questa รจ la sua guarigione. Fa fiducia a quello sguardo che ha il potere di rialzarlo e lo invita alla sequela: โSeguimiโ (v. 9), sulla stessa via, esercitando lo stesso sguardo.
โGuardareโ ciรฒ che agli occhi di tutti รจ impuro, inguardabile, peccatore: questa รจ la via percorsa da Gesรน. Nessuno rimane non guardato agli occhi di Gesรน, nessuno rimane escluso dallโampiezza del suo sguardo. Ogni uomo e donna raggiunti da tale sguardo riacquistano dignitร . Lo sguardo di Gesรน guarisce le vite, troppo spesso invece i nostri sguardi infliggono ferite, emettono sentenze inappellabili! Noi neghiamo lo sguardo, lo distogliamo dalla realtร , da un volto sofferente perchรฉ ci rimanderebbero alla nostra responsabilitร di fronte allโaltro, agli altri tutti. Non vedere รจ negarne lโesistenza!
Cosรฌ come i farisei che sono attorno a Gesรน: โvedendo ciรฒโ (v. 11), anchโessi guardano e vedono, ma i loro occhi si fermano alla superficie e ciรฒ suscita la mormorazione, il dire male, il giudizio. Uno sguardo superficiale รจ offuscato dai pregiudizi, cui seguono sospetti, critiche, divisioni. Lo sguardo di Gesรน invece va in profonditร , vede le ferite, i sensi di colpa, vede le fragilitร . Gesรน vede prima di tutto lโuomo, la donna, il suo sguardo penetra nel loro cuore e vi scorge la loro veritร . Riconosce il loro desiderio, vede la loro bellezza, e a tutto ciรฒ, a questa unitร -unicitร complessa che egli ha di fronte riserva uno sguardo attento, che sa discernere, che accoglie e attende. Uno sguardo che รจ abitato dalla misericordia, che รจ volontร del Padre: โMisericordia io voglioโ (v. 13; cf. Os 6,6).
Questa รจ la volontร del Padre e la chiamata-mandato per ciascuno e ciascuna: vivere dello sguardo misericordioso del Padre e rivolgere questo medesimo sguardo a ogni essere umano che incontriamo. Guardati da questo sguardo siamo resi nuovi, โpossiamoโ una vita nuova, rinnovata dalla misericordia e capace di misericordia. Qualsiasi divisione o distanza possa esserci con lโaltro, Gesรน ci chiama a uno sguardo che sa raggiungere e aprire a tutti, nessuno escluso, lo spazio di comunione e condivisione alla sua tavola.
sorella Elisa
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