In questa quinta feria maggiore di Avvento la chiesa ci fa meditare sul celebre episodio della Visitazione di Maria a Elisabetta, pagina dossologica, gloriosa, densa di risonanze del Primo Testamento. Ma anche pagina che, come tutte quelle dei vangeli dellโinfanzia, non รจ poesia o mito delle origini, bensรฌ traccia di una possibilitร ditrasfigurare la nostra vita umanissima alla luce della fede nella Parola di Dio fattasi carne (cf. Gv 1,14), uomo, in Gesรน. Le due cose vanno di pari passo: piรน ci si lascia impregnare dalla Parola contenuta nelle Scritture, Parola che รจ Gesรน Cristo, piรน si รจ capaci di dare spessore e profonditร alla nostra vita quotidiana, ossia allโamore che solo puรฒ darle senso.
Maria ha appena ricevuto dallโangelo lโannuncio della nascita umanamente impossibile del Figlio dellโAltissimo dal suo grembo verginale e si รจ mostrata discepola pronta nellโobbedire alla chiamata di Dio, pronunciando il suo: โEccomi!โ (cf. Lc 1,26-38). ร il suo ascolto, cioรจ la sua fede (cf. Rm 10,17), che lโha resa capace di essere madre, di generare il Messia. Subito la giovane ragazza di Nazaret,divenuta Arca dellโalleanza in quanto Dimora del Signore, si reca verso la montagna della Giudea, per essere vicina alla cugina Elisabetta, sterile eppure incinta per opera della misericordia di Dio. Il viaggio di Maria avviene โin frettaโ, รจ contrassegnato dallโurgenza di chi porta in sรฉ il Messia e desidera condividere questo dono inestimabile. In radice quello di Maria รจ un viaggio mosso dalla caritร che finisce per diventare missionario: corre spinta dallโamore, corre per mostrare concretamente la sua vicinanza allโanziana parente, e finisce per portare Cristoโฆ
Ciรฒ che segue scaturisce da questo amore che pensa e realizza lโincontro: il saluto di Maria che provoca la discesa dello Spirito santo su Elisabetta e la gioia messianica annunciata dai profeti; la danza di Giovanni Battista che nel grembo di sua madre giร riconosce Cristo presente in Maria; la benedizione e la beatitudine pronunciate da Elisabetta. Ma tutto ciรฒ nasce dallโindissolubile legame tra il vivere lโamore e il portare Cristo. Ecco il legame: basta lasciare che Gesรน Cristo viva in noi (cf. Gal 2,20), che sia lui a ispirare il nostro comportamento; ovvero, basta attendere la sua venuta con un desiderio cosรฌ intenso che ci induce ad assumere il suo sentire (cf. Fil 2,5) e i suoi modi. Nella fiducia che Cristo รจ capace di renderci beati perchรฉ credenti, che lui puรฒ aprire per noi il sentiero dellโamore: lโamore intelligente che รจ adesione alla realtร , attenzione allโaltro concreto che abbiamo di fronte, capacitร di incontro gioioso e gratuito nel riconoscimento reciproco, nel vero dialogo, nello scambio dei doni. Quellโamore che รจ di per sรฉ benedizione: ecco il vero miracolo che la nostra assiduitร con Gesรน puรฒ realizzare in ogni quotidiana visitazione.
ร vivendo lโamore che possiamo portare Gesรน Cristo a quanti incontriamo.Proprio come scriveva il carissimo don Bruno Maggioni, recentemente scomparso, al quale dedico questo commento: โla Serva del Signore si fa serva degli umani, come รจ nella logica del Vangelo, dove lโamore di Dio si dimostra e si verifica nellโamore del prossimoโ.
fratel Ludwig
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