Gesรน e i suoi discepoli sono sulla strada verso Gerusalemme e la parabola di oggi ci fa percepire il clima di quanto succederร a Gesรน nella cittร santa. Sullo sfondo del racconto, oltre ai servi piรน o meno fedeli al loro padrone, appaiono anche i cittadini che odiano questโuomo e non vogliono che diventi loro re. Nonostante questa ostilitร lโuomo nobile parte in modo risoluto, affidando ai propri servi un compito ben preciso: far fruttare quanto ha consegnato loro.
Egli ha dato a ciascuno la stessa quantitร di denaro e di tempo per farne qualcosa. Lโattesa รจ indefinita per tutti: si parla di un ritorno, dunque cโรจ un impegno da parte del futuro re, ma in un lasso di tempo indefinito. Anche questo tempo รจ consegnato ai servi, sta a loro viverlo e gestirlo in modo responsabile affinchรฉ porti frutto. Lโazione dei servi perรฒ non รจ proiettata solo verso il futuro, su come vivranno e intraprenderanno questo periodo, ma รจ radicata anche in un passato: nel tempo che hanno vissuto con il loro padrone e soprattutto nella conoscenza che hanno di lui. ร a partire da una tale assiduitร con lui che dipenderร il loro frutto.ย
Sembra che i primi servi abbiano fatto proprie le parole del padrone su unโattesa che deve essere vissuta attivamente e soprattutto con vigilanza. La loro attesa รจ anche vissuta con una fiducia verso il padrone che tornerร , il loro lavoro รจ spinto soprattutto da questo. Essi leggono nel ritorno del Signore unโoccasione, perchรฉ quanto hanno conosciuto di lui permette loro di avere fede. Essi riescono, ciascuno a suo modo e secondo le proprie capacitร , a mettere a frutto non solo la moneta dโoro, ma soprattutto la fiducia che il padrone stesso aveva dato loro al momento della sua partenza. Il distacco del padrone lo leggono come un tempo per mettere a frutto quanto lui stesso aveva insegnato loro, e soprattutto un tempo per avere fiducia anche nelle proprie capacitร , esplicitate dallโazione del padrone che ha affidato loro un compito.
Diverso รจ lโatteggiamento dellโultimo servo. Anchโegli ha ricevuto la moneta dโoro, anchโegli vivrร lo stesso tempo di attesa, probabilmente anchโegli ha vissuto accanto al padrone come gli altri servi. Ma quello che lo distingue dagli altri รจ che non si รจ lasciato interpellare dal dono ricevuto, non lo ha letto come gesto di fiducia e di collaborazione con il padrone, ma lo ha soffocato con uno sguardo ristretto che traduce la paura che lo abita. Tale paura ha determinato ogni sua azione: non ha neanche pensato di mettere la moneta in banca, ma lโha nascosta in un pezzo di stoffa. La paura ha anche rinchiuso il suo pensiero nel giร noto: รจ piรน facile pensare a un padrone cattivo e ingiusto che a uno che coniuga giustizia e misericordia.
Purtroppo la paura non รจ neutrale rispetto alle nostre azioni, e spesso il non agire o lโagire per paura รจ piรน dannoso per noi e per gli altri. Questo ci dice la fine della parabola dove le parole del padrone sembrano tradire quellโimmagine di uomo giusto che era trapelata dal brano. Forse quel dare a chi ha e togliere a chi non ha puรฒ essere letto come un dare a chi agisce con fiducia e un togliere a chi agisce o non agisce per paura. Non รจ una questione di aumentare la ricchezza dellโuno e diminuire quella dellโaltro, ma di sottolineare che chi agisce e agisce nella fiducia – e non si fa paralizzare dalla paura – si รจ giร spogliato del di piรน per poter ricevere lโessenziale dal Signore della Vita.
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sorella Beatrice
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 19, 11-28
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In quel tempo, Gesรน disse una parabola, perchรฉ era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento allโaltro.
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Disse dunque: ยซUn uomo di nobile famiglia partรฌ per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnรฒ loro dieci monete dโoro, dicendo: โFatele fruttare fino al mio ritornoโ. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: โNon vogliamo che costui venga a regnare su di noiโ. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornรฒ e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato.
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Si presentรฒ il primo e disse: โSignore, la tua moneta dโoro ne ha fruttate dieciโ. Gli disse: โBene, servo buono! Poichรฉ ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci cittร โ.
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Poi si presentรฒ il secondo e disse: โSignore, la tua moneta dโoro ne ha fruttate cinqueโ. Anche a questo disse: โTu pure sarai a capo di cinque cittร โ.
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Venne poi anche un altro e disse: โSignore, ecco la tua moneta dโoro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminatoโ. Gli rispose: โDalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perchรฉ allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno lโavrei riscosso con gli interessiโ. Disse poi ai presenti: โToglietegli la moneta dโoro e datela a colui che ne ha dieciโ. Gli risposero: โSignore, ne ha giร dieci!โ. โIo vi dico: A chi ha, sarร dato; invece a chi non ha, sarร tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a meโยป.
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Dette queste cose, Gesรน camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.
Parola del Signore
