Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 20 dicembre 2025

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Lo scrigno che contiene il tesoro

Ogni parola e azione del Dio d’Israele e di Gesù è liberazione come lo fu l’esodo. E Dio agisce sempre per Israele e per ogni essere umano e ogni creatura. E al compimento del tempo – secondo il tempo di Dio che noi ignoriamo – Dio inizia un altro esodo: dando vita umana al suo figlio e messia, in vista della sua vita insieme a noi, per farci vivere tutte e tutti con lui per sempre nella pienezza gioiosa dell’amore e della pace. Questo è il desiderio di Dio rivelato dai profeti e confermato da Gesù.

L’Annunciazione è, nei conti di Dio – per così dire – l’ora in cui giunge a compimento il suo desiderio di abitare come essere umano nel grembo dell’umanità, desiderio che è da sempre all’origine della creazione, della storia e della chiamata di Abramo. 

Il Signore rivolge la sua Parola a Maria, una giovane donna credente e fedele, appartenente a quella porzione d’Israele fatta di poveri e umili che confidano sempre e solo nella promessa di Dio (cf. Sof 3,12). 

Oggi ascoltiamo la sinergia, cioè l’agire insieme, della Parola di Dio, scrigno di tutto il suo amore appassionato e fedele per il mondo, e di Maria, che nella sua adesione fiduciosa e accoglienza obbediente dello Spirito santo, è resa grembo, dimora della sua Parola.

Il desiderio di Dio che Maria ascolta, accoglie e esaudisce è quello di diventare un essere umano per essere solidale con noi di tutto corpo, anima e spirito, per poter compatire nella sua carne la nostra condizione umana, che, pur benedetta per sempre, è così minacciata da ogni infermità e angoscia. 

Come Maria stessa interpreta, il Signore la visita perché si è ricordato della promessa che, mosso dallo stesso desiderio, aveva fatto ad Abramo, e prima ancora ad Adamo ed Eva: perché Dio crea solo ciò che amerà per sempre.

Questa pagina racconta la vocazione di Maria, che lei riconosce e accoglie, ad essere colei che fa crescere in sé e porta agli altri la Parola del Signore, come Mosè e i profeti, servi del Signore. Parola che in lei Dio fa nascere e crescere come l’essere umano Gesù. E come i profeti, anche lei è turbata perché sa, e non lo tace, che l’avventura cui è chiamata le è impossibile. Ma rimane in ascolto. E ascolta “Non temere Maria, nulla è impossibile a Dio”.

La parola di Dio incarnata, resa umana dallo Spirito di Dio in Maria, profetizzata da tutto l’amore e il desiderio di Dio verso l’umanità cantato dai profeti, contrasta però con la religiosità del sacro, è il contrario della distruzione propria dei sacrifici, della mediazione sacerdotale e di ogni separazione tra sacro e profano nel rapporto con Dio, ed è invece conferma della creazione e della benedizione della vita per sempre, perché Dio è il Dio di Mosè e dei profeti.

E Maria, riconoscendo la sua beatitudine nella sua piccolezza e irrilevanza, ci insegna: nessuno vada cercando cose grandi, ma sia grato alla propria irrimediabile irrilevanza (che non manca a nessuno) perché questa sola ci rivela, nella nostra chiamata, l’infinita gratuità dell’amore di Dio, la dismisura del suo desiderio amoroso per ciascuna/o di noi. E così la nostra pochezza diventa lo scrigno che contiene il tesoro, il vaso di coccio ripieno di grazia.

sorella Maria

Per gentile concessione del Monastero di Bose.

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