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Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 2 Luglio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mt 8, 23-27

Sulla barca con Gesรน

Matteo rilegge in chiave ecclesiale e cristologica lโ€™episodio della tempesta sedata. La barca รจ la chiesa chiamata ad attraversare il mare della vicenda umana, acque avverse da spaventare al punto da sentirsi perduti. Un โ€œgrande sconvolgimentoโ€, un risveglio della coscienza alla consapevolezza che la fedeltร  a Gesรน e al suo vangelo possono costituire un segno di contraddizione da generare avversione e persecuzione fino alla condanna a morte. 

La vita del discepolo, quando tesa all’autenticitร , non รจ una tranquilla gita al lago. Lโ€™evangelista da un lato registra una situazione di disagio dovuta al fatto che il mondo nรฉ riconosce nรฉ accoglie quelli di Gesรน, dโ€™altro lato sottolinea non lโ€™assenza di Gesรน (รจ con i discepoli sulla barca), ma il suo esserci come se non ci fosse: dorme. Gesรน รจ una presenza assente

Perseguitati e soli. Posto in questa morsa, al discepolo di Gesรน non resta come via dโ€™uscita che la preghiera del disperato: svegliati, salvaci, siamo perduti, non tradire la tua promessa: โ€œEd ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo!โ€ (Mt 28,18). Una esperienza ecclesiale e personale di ieri, oggi e domani con la grande domanda: โ€œIl Signore รจ in mezzo a noi sรฌ o no?โ€ (Es 17,7). 

Ed entra in scena il risvegliato la cui prima preoccupazione non รจ in Matteo il calmare le onde, ma il mettere a fuoco la fede dei discepoli: โ€œPerchรฉ avete paura, gente di poca fede?โ€. Gesรน non li rimprovera di assenza di fede, si rivolgono infatti a lui per essere salvati, ma โ€œdi poca fedeโ€, ne รจ prova il persistere della paura.ย Lโ€™esodo dalla poca fede a una grande fede รจ dato dal passaggio dalla agitazione alla tranquillitร , dalla paura al coraggio affidati in piena fiducia al โ€œpastore e custode delle vostre animeโ€ (1Pt 2,25) da non temere chi uccide il corpo: non sono costoro infatti la parola ultima sul destino ultimo dellโ€™uomo (cf. Mt 10,28).

รˆ dato, come risulta dallโ€™insieme neotestamentario, dallaย fedeltร  a un particolare statuto di comportamento mentale e pratico nel tempo della prova, della tribolazione, a cominciare dal sapere in anticipo (cf. Mt 5,11-12): Gesรน ha preavvisato i suoi che seguire lui e il suo vangelo รจ un segno di contraddizione da non escludere lโ€™eventualitร  tuttโ€™altro che remota della persecuzione. A cui segue il non preoccuparsi della difesa – il cosa dire sarร  suggerito al momento dallo Spirito (cf. Mt 10,19-20) – e lโ€™assenza di paura per la propria sorte (Mt 10,28).

Il tutto nella nonviolenza e nella dolcezzaย (cf. Rm 12,14.17; 1Pt 3,13-16), nella gioia (cf. Lc 6,22-23; At 5,41; Gc 1,2) e nella preghiera: โ€œLiberaci dal maleโ€ (Mt 6,13), dal non cedere alla tentazione del perdere fiducia, speranza e amore nellโ€™ora della prova. Nella certezza che nessuna tribolazione potrร  separarci dallโ€™amore di Cristo (Rm 8,35).ย 

โ€œE ci fu grande bonacciaโ€ฆ Chi รจ mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?โ€.ย รˆ il Risorto che dimora nella barca chiesa e in ciascuno, che trova riposo nel cuore ecclesiale e personale, che rende padroni di sรฉ nellโ€™agitazione; con lui anche la tempesta diventa bonaccia, risurrezione a vita nuova – amare chi ti fa tribolare – e a vita eterna.

Chi ti uccide, magari pensando di rendere gloria a Dio, non sa che la sua arma รจ chiave che apre allโ€™eterno: โ€œRallegratevi quando vi perseguiterannoโ€ฆgrande รจ la vostra ricompensa nei cieliโ€ (Mt 5,11-12). Ancora una volta ricondotti al cuore dellโ€™esperienza cristiana: vale la pena vivere e morire per Lui e il suo Vangelo.

fratel Giancarlo

Per gentile concessione del Monastero di Bose

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