Una voce si leva dalla folla e chiede a Gesรน il suo arbitrato in una questione di ereditร tra due fratelli. Siamo dinanzi a uno dei tanti passi biblici che hanno per oggetto due fratelli: che si affrontano, che contendono, che si ignorano o che semplicemente seguono vie diverse. Due fratelli che non riescono a comunicare perchรฉ qualcosa si รจ frapposto fra loro. Da quel silenzio, da quellโafasia fraterna, si leva una voce che chiede a Gesรน di risolvere il contenzioso.
Gesรน rifiuta quella mediazione, ma non si sottrae allโappello rivoltogli, e indica unโaltra via da percorrere. Una via che chiede di mutare la prospettiva. Dice infatti: โFate attenzione e guardatevi da ogni cupidigia perchรฉ, anche se uno รจ nellโabbondanza, la sua vita non dipende da ciรฒ che egli possiedeโ (v. 15).
Da una parte ci sono dei beni da spartire cui i due fratelli sono legati, dallโaltra cโรจ una fraternitร che quei beni sembrano impedire. Cosa vale davvero? Da cosa puรฒ venire la vita? Da una relazione o da un possesso? Per colui che chiede lโintervento di Gesรน, i beni reclamati valgono piรน della relazione con suo fratello. Il Maestro lo invita a considerare se questo giudizio di valore sia davvero corretto.
Il medesimo concetto รจ poi illustrato dalla parabola che segue, dove ogni altro รจ completamente assente. Il protagonista รจ un โuomo riccoโ la cui campagna ha prodotto โun raccolto abbondanteโ (v. 16). Un uomo completamente solo, al punto da ridursi al limite della folliaโฆ a parlare con se stesso: โDirรฒ a me stessoโฆโ (v. 19). Anche i suoi sollazzi li immagina in solitudine (v. 19), illudendosi che quei beni potranno distrarlo al punto da impedirgli di vedere la fine della sua vita. Una solitudine su cui lโintervento di Dio lo invita a riflettere: โStolto, questa notte stessa ti sarร richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarร ?โ (v. 20). Egli รจ solo, e preso dai suoi molti beni non ne รจ neppure cosciente. Ecco anche qui lโillusione, lโerrore di prospettiva sulla capacitร di attingere vita da ciรฒ che si possiede.
Due brevi storie, una raccontata come reale, lโaltra in forma di parabola, con cui Gesรน intende sfatare unโillusione: che ciรฒ che si possiede possa trasmettere la vita. Al contrario, spesso รจ proprio questo che si frappone tra noi e la vita, allorchรฉ diventa inciampo alle relazioni. Il rifiuto del fratello da parte dellโinterlocutore di Gesรน o il parlare solitario del ricco lo dimostrano: proprio quei possessi impediscono loro di vedere oltre il proprio io, di accorgersi di ciรฒ che รจ il vero bene.
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Non รจ sempre cosรฌ! I beni sono anche fecondi, se perรฒ condivisi. Se, appunto, non si sostituiscono allโaltro. Da soli, senza lโaltro, essi perdono la loro potenza vitale e diventano fonte di unโillusione che distoglie da ciรฒ che davvero vale. Senza le relazioni tutto scolora in una vita senza senso.
Ciรฒ รจ vero di ogni realtร . Non solo dei beni materiali, ma anche di quelli spirituali: tutto ciรฒ che รจ trattenuto per sรฉ, diventa ostacolo alla relazione e dunque impedisce la vita: uccide anzichรฉ nutrire, rende tristi anzichรฉ infondere gioia.
fratel Sabino
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