โDopo questi fattiโ. Lโautore del quarto vangelo pone il racconto della manifestazione del Risorto sul mare di Tiberiade in diretta continuitร con lโannuncio della tomba vuota e lโapparizione di Gesรน risorto a Maria e ai discepoli. Lโevento della Resurrezione irrompe nella quotidianitร delle nostre vite. Gesรน risorto si manifesta per la terza volta ai discepoli nel contesto di una pesca miracolosa e di un pasto post-pasquale. Abbiamo visto i discepoli chiusi in casa per la paura (cf. Gv 20,19), una condizione simile alla nostra, oggi; ora li ritroviamo sulle sponde del mare di Tiberiade, sono tornati a fare ciรฒ che facevano prima di incontrare il Signore: erano infatti pescatori. Tanti di noi in questi mesi desiderano poter tornare a fare il loro lavoro. Lโevento della Resurrezione di Cristo รจ presente qui e oggi nella nostra quotidianitร e ci chiede, in un momento di crisi della comunitร , di sconvolgimento delle nostre vite, di minaccia al futuro incerto, di tornare agli inizi, alle origini.
Nella crisi, nel fallimento, nellโincapacitร di vedere il futuro, ritornare allโinizio di una storia, di una vicenda dโamore, di una vocazione รจ un atto profondamente spirituale come ci ricordava anche papa Francesco, siamo rimandati alla โnostra Galileaโ personale. Lungi dallโessere rievocazione nostalgica di un passato che non cโรจ piรน, tornare agli inizi significa riscoprire lโamore che ci ha sostenuti e guidati nei nostri primi passi per riconoscere che ancora oggi, nonostante i fallimenti e le cadute, le disillusioni che ciascuno di noi puรฒ sperimentare nella sua vita, quellโamore non รจ venuto meno, continua a voler alimentare la nostra speranza di futuro.
A chi appare il Risorto? Lโautore del quarto vangelo descrive la scena nei dettagli e ci consegna i nomi dei discepoli presenti: รจ una comunitร ferita, mancante.
Questi discepoli li abbiamo conosciuti per i loro slanci di fede, avendo piรน volte confessato la loro fede in Gesรน, ma sono anche uomini del dubbio, del rinnegamento nellโora della prova, delle pretese avanzate verso il Signore, come noi sono uomini che portano il peso delle loro contraddizioni, che pensano di poter fare da soli e sperimentano il fallimento, come giร in passato (cf. Lc 5,4-10).
Gesรน risorto appare a questi uomini cosรฌ come รจ presente nelle nostre vite e ci chiede di riconoscere la nostra povertร : โFiglioli, non avete nulla da mangiare?โ (Gv 21,25). Solo riconoscendo la povertร che ci abita possiamo sperimentare nella vita la potenza del Risorto.
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Il Signore risorto ci dona una parola e ci chiede di ascoltarla, di osare un cammino diverso, di ricominciare per unโaltra via avendo fiducia in quellโunica parola. Questo ascolto trasforma il nostro cuore. Come Maria al sepolcro (cf. Gv 20,16), come Pietro e il discepolo amato, ascoltando questa parola possiamo riconoscere la forza dellโamore di cui siamo amati, che ci รจ data per poter ricominciare oggi e sempre. Solo lโascolto ci apre gli occhi per riconoscere il Risorto accanto a noi, solo lโascolto dellโaltro rende autenticamente fruttuosa la nostra fatica quotidiana.
Anche per noi oggi questa parola sia fonte di speranza, siamo chiamati a ricominciare, ma in modo altro, a riscoprire la comunione ricordando le origini e rinnovando le nostre relazioni comunitarie illuminate dalla presenza del Risorto in mezzo a noi. Egli conosce la nostra povertร , ci invita a mangiare e a condividere il frutto delle nostre fatiche che nelle sue mani diviene nutrimento della nostra comunione perchรฉ con spirito nuovo possiamo orientare lo sguardo al futuro sapendo che lui, il Risorto, รจ sempre con noi fino alla fine (cf. Mt 28,20).
fratel Nimal
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Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perchรฉ si convertano.
