In sinfonia con gli altri
Il vangelo oggi ci parla di un uomo, un pagano, capace di relazioni โgiusteโ, di relazioni di affetto, di amicizia, di benevolenza: egli prova affetto per il suo servo, ama il popolo in mezzo al quale compie il suo lavoro, ha amici a cui puรฒ chiedere dei favori (nel nostro caso li invia a Gesรน perchรฉ intercedano per lui).
Questโuomo ha rispetto degli altri e non abusa del ruolo che ha per spadroneggiare sugli altri, anzi sa mettersi al loro servizio, sa vedere il bisogno del popolo e sa agire di conseguenza: costruisce per esso la sinagoga.
Questโuomo ha rispetto degli altri e non tiranneggia neppure chi gli รจ sottoposto, anzi si affeziona al suo servo e agisce per soccorrerlo nel momento in cui รจ in pericolo di vita.
Questโuomo ha rispetto degli altri e sa riconoscere la sua indegnitร davanti a chi รจ piรน autorevole di lui, e nello stesso tempo si affida con fiducia perchรฉ spera che lโaltro, Gesรน, possa salvare il suo servo.
Questโuomo non agisce per sรฉ ma agisce in relazione agli altri, per il bene degli altri (il popolo, il suo servo) e agisce con gli altri, in sinfonia con gli altri, riconoscendo la sua impotenza di fronte alla malattia del suo servo e nello stesso tempo tenendosi aperto alla possibilitร che altri (nel nostro caso Gesรน) possano fare meglio e piรน di lui per salvare il suo servo.
Questโuomo รจ anonimo forse perchรฉ in esso ciascuno di noi รจ invitato a vedere lโessere umano che vorrebbe essere, a riconoscere lโuomo come Dio lโha voluto e creato, lโuomo libero da quellโegoismo e da quella autoreferenzialitร che lo fanno ripiegare su sรฉ stesso e chiudere allโincontro con gli altri, incapace di vederli, incapace di entrare in empatia e comunione.
Questโuomo ci insegna che una vita riuscita non รจ quella di chi accumula per sรฉ ma sa spendersi per gli altri, non รจ quella di chi basta a sรฉ stesso ma quella di chi si apre alle relazioni con ogni altro che incontra (il popolo in mezzo al quale lavora come straniero, il servo che abita la sua casa, i soldati con cui collabora, Gesรน di cui probabilmente ha sentito parlare come un rabbi autorevole e un taumaturgo potente).
Questโuomo รจ un pagano ma nella sua capacitร di relazioni, nella sua apertura alla vita, nel suo agire per il bene degli altri, dimostra una fede, una fiducia grande.
Gesรน riconosce e addita la fede grande di questโuomo, una fede che nasce dallโesperienza, dalla capacitร di imparare dal vissuto (โAnchโio infatti sono nella condizione di subalternoโฆโ, v. 8),ย una fede capace di affidarsi a una sola parola perchรฉ conosce, anche in questo caso per esperienza, lโefficacia della parolaย (โDico a uno: Va! Ed egli va; ad un altro: Vieni! Ed egli vieneโฆโ, v. 8).
Il Signore ci doni di imparare da questโuomo lโarte dellโamore e della fiducia, la capacitร di vedere il bisogno degli altri e di riconoscere la propria impotenza, lโumiltร di chiedere aiuto e la gioiosa semplicitร di servire, creando quellaย grande danza della collaborazione, della sinodalitร , dove ciascuno mette a disposizione sรฉ stesso, e i propri doni, per il bene di tutti.
sorella Ilaria
Per gentile concessione del Monastero di Bose
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