L’immagine della vite e della vigna è ricorrente nella Scrittura, specialmente nell’Antico Testamento, dove viene usata con intenti didattici, di ammonimento e persino di rimprovero. Anche Gesù si serve di questa allegoria, ma la arricchisce di un significato nuovo e profondo.
Dopo averci invitato a credere in Lui, ora ci chiede di rimanere in Lui: è questa la condizione per vivere in comunione con Dio, per lasciar circolare in noi la vita divina, e per edificare noi stessi e gli altri.
Cristo è la vite: la fonte della vita che si dona. Il Padre è l’agricoltore, attento e premuroso, che si prende cura dei tralci, vigilando sul loro legame con la vite.
Ogni tralcio che porta frutto viene potato perché dia ancora più frutto; quello che non porta frutto viene tagliato. E noi siamo i tralci.
La nostra unione con Cristo, e la nostra purificazione, avvengono attraverso la Sua Parola. Restare in Lui è essenziale: è l’unica via per vivere davvero e portare frutto, perché solo rimanendo uniti al tronco può scorrere la linfa che dà vita e fecondità.
- Pubblicità -
Fonte: Monaci del monastero di S.Vincenzo Martire – Bassano Romano (VT)