Il testo di questa IV domenica di Quaresima inizia con un cieco che riacquista la vista e termina con dei presunti vedenti che restano ciechi. L’iniziativa è sempre di Gesù: «Gesù passando vide un cieco». Non è l’uomo che vede Dio, ma è Dio che vede l’uomo. Quest’uomo, che Gesù vede, rappresenta bene ognuno di noi: non riusciamo a camminare perché non vediamo chiaramente la direzione giusta e quindi non sappiamo dove andare.
Quest’uomo sente dentro di sé la gioia grande della guarigione! Nell’ascolto di Gesù scopriamo che la sola vista degli occhi non basta, perché non fa ancora guardare le cose in profondità. Il dono ricevuto dal cieco nato non lo protegge dalle difficoltà che deve superare da “miracolato”: sarà addirittura abbandonato dai genitori, sarà considerato dai Giudei come un bugiardo. Chi non si prepara a credere, continua a giudicare tutto con il proprio modo di ragionare, ma Dio va al di là di tutto!
Così alla fine questo cieco diventa un profeta, diventa un missionario, comprendendo la sua missione scopre che vale la pena affrontare tutto pur di non abbandonare il Signore. Questo uomo diventerà per un verso simile a Cristo, sarà cacciato perché non nega ciò che gli è
successo, diventa testimone di Gesù, escluso perché proclama la Verità.
Come abbiamo visto anche altre volte, nel vangelo ciascuno può sentirsi interpellato, può riconoscere che Gesù ci sta parlando, come se dicesse: “Tu come ti poni davanti a me? Tu chi sei davanti alla mia parola? Sei come il cieco che viene guarito e inizia a credere? Oppure sei come quelli che vogliono restare ciechi, perché presumono di vedere bene e credono di comprendere tutto anche senza Gesù?
Questo tempo di Quaresima ci aiuti a riacquistare la vista vera, cioè la fede che sa abbandonare i propri sogni e accogliere il Vangelo e il sogno più grande, che è entrare nel Regno di Dio, vivendo nella luce vera per essere testimoni di Cristo e della sua verità.
FONTE: Missio Italia
Commento a cura di don Valerio Bersano Segretario Nazionale Missio Ragazzi.
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