Quel grido, aurora della risurrezione
Scoppia una tempesta sul Lago di Tiberiade e la barca dove si trovava Gesรน con alcuni suoi discepoli inizia a imbarcare acqua e concreta diventa la possibilitร che affondi. In questo contesto Gesรน se ne stava a poppa e dormiva. Un fatto curioso, perchรฉ in quelle barche da lago, lunghe pochi metri, non doveva essere affatto semplice dormire mentre si scatena un temporale e le onde invadono lโimbarcazione, neanche per una persona molto stanca al termine di una giornata molto intesa. Eppure dorme.
E i discepoli lo svegliano, gridando: ยซMaestro, non tโimporta che siamo perduti?ยป. Nella Bibbia troviamo spesso un lamento, un grido lanciato dal popolo per svegliare Dio. Anche qui nel Vangelo ritroviamo gli uomini che destano Dio, e lui che si lascia svegliare. Finchรฉ siamo capaci di lamentarci con Dio perchรฉ dorme durante le nostre tempeste, la fede รจ viva. Perdiamo la fede quando smettiamo di rimproverare Dio che non si sveglia, e ci convinciamo che non stia dormendo ma non ci sia piรน.
ร la fine del grido che segna lโinizio dellโateismo muto. Finchรฉ gridiamo e protestiamo perchรฉ la vita adulta ci appare tradimento delle promesse del primo incontro della giovinezza, siamo ancora fedeli alla prima vocazione e alla prima fede. Il libro dellโEsodo si apre con un grido del popolo per svegliare Dio che sembra averlo dimenticato schiavo in terra straniera (Esodo 2,23).
Molte preghiere grandi prendono la forma del grido. Nella Bibbia gridare รจ possibile, lecito, consigliato, รจ un linguaggio che Dio sembra capire. Urlando possiamo ricordare a Dio il suo โmestiereโ di liberatore di schiavi e di poveri. [… continua a leggere il commento su Famiglia Cristiana …]



