Comunione con Dio
Lโevento del battesimo di Gesรน nel Giordano a opera di Giovanni, evento in seguito al quale lo Spirito di Dio viene su Gesรน (Mt 3,13-17), รจ preannunciato dalla figura del Servo del Signore su cui Dio pone il suo Spirito (Is 42,1-4.6-7) e proclamato da Pietro nella sua predicazione come atto con cui Dio ha โuntoโ in Spirito santo Gesรน (At 10,34-48). Lo Spirito di Dio che rimane su Gesรน significa la comunione piena tra il Padre e il Figlio, tra Dio e Gesรน.
La comunione di Gesรน con Dio (vangelo) si esprime orizzontalmente, cioรจ nelle relazioni umane, da un lato come rifiuto di condannare (I lettura), dallโaltro come attivo fare il bene e guarire chi si trova nel bisogno (II lettura). Infatti, le azioni di spezzare la canna incrinata e di spegnere lo stoppino fumigante che il Servo del Signore non compie, si riferiscono ai gesti che invece compiva lโaraldo del Gran Re babilonese per significare che una condanna a morte diventava operativa: il senso รจ che il Servo del Signore non viene per condannare, ma per dare vita (I lettura). E nella predicazione di Pietro, Gesรน appare colui che โpassรฒ facendo il bene e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perchรฉ Dio era con luiโ (II lettura).
In questi testi, la comunione con Dio non รจ spiegata, ma affermata, e mostrata nelle sue conseguenze. Vengono presentati i frutti della comunione, piรน che le condizioni che lโhanno resa possibile. Sarร Luca nel racconto parallelo a quello di Matteo che mostrerร un Gesรน in preghiera (Lc 3,21) mostrando cosรฌ la sorgente su cui Gesรน fonda la sua comunione con Dio: la preghiera, lโascolto delle Scritture, lโintimitร con il Padre. Possiamo allora vedere come unitร delle letture l’effetto che la comunione con Dio produce nella vita di un uomo. Da dove si riconosce lโuomo di Dio? La comunione con Dio che egli vive? Quali ne sono le espressioni? Per esempio, la comunione con il Signore vissuta dal Servo di cui parla Isaia si manifesta come forza nei confronti di se stesso che porta questo inviato a non giudicare, ad astenersi da quel movimento di condanna dellโaltro che รจ sempre un seminare morte e non vita.
Negli Atti degli Apostoli la comunione di Dio con Gesรน si manifesta nellโazione di benedizione e di attivo fare il bene, di cura e guarigione di tanti che sono sotto il dominio del male. Vi รจ lโespropriazione di sรฉ a favore degli altri raggiunti nel loro bisogno, nella loro infermitร , nella loro povertร . Nel vangelo la comunione con Dio si esprime come estrema libertร di Gesรน nel sottomettersi in consapevole obbedienza al battesimo di Giovanni e nella creazione di una comunione fraterna con Giovanni stesso grazie alla comune โ cioรจ tanto di Gesรน quanto di Giovanni – obbedienza al volere di Dio che supera il volere pur giustificato di Giovanni stesso. Nel vangelo, la comunione con Dio รจ colta nella capacitร di creare fraternitร e di vivere insieme nella libertร rinunciando a far prevalere la volontร propria.
Lโevento del battesimo รจ frutto di una scelta, di una decisione presa da Gesรน. Matteo sottolinea lโintenzionalitร di Gesรน: โGesรน dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da luiโ (Mt 3,13). Al tempo stesso, il battesimo รจ presentato come lโevento in cui Gesรน appare colui che il Signore stesso ha scelto. Volere di Dio e volere di Gesรน coincidono e questa coincidenza prende nome di obbedienza. Lโobbedienza di Gesรน al Padre emerge anche nel dialogo – presente solo nel vangelo secondo Matteo – tra il Battista e Gesรน (Mt 3,14-15).
Gesรน decide di farsi immergere nel Giordano da Giovanni. Egli ha deliberato in cuor suo e ora realizza il progetto di mettersi sulla scia del movimento battista di Giovanni. Non ci sono eventi che inducono a questo, ma c’รจ una volontร che dร forma ad eventi e plasma la storia: Gesรน appare uomo che sa decidere e scegliere correndo i rischi del caso. Sceglie la sequela di un uomo che chiede conversione, che con parresรญa mette in discussione le azioni dei potenti, che annuncia lโavvento del Regno di Dio, che scuote le coscienze e che รจ ben lontano dai sacerdoti del Tempio gerosolimitano. Gesรน sceglie con coraggio un gruppo minoritario e marginale. Ed ecco che, giunto al Giordano, avviene lโincontro tra questi due uomini, due celibi, due personalitร forti, due uomini di Dio.
Sono due persone che presentano molte somiglianze, e noi sappiamo come sia proprio tra chi รจ piรน simile e vicino che possono sorgere anche le maggiori tensioni e i piรน insanabili conflitti. Le invidie e le rivalitร sorgono normalmente tra persone prossime, simili, vicine. La somiglianza e la prossimitร (temporale e spaziale) sono condizioni dell’invidia: โSi prova invidia per le persone prossime per tempo, spazio, etร , reputazioneโ, annota Aristotele. E Tommaso d’Aquino afferma che โproveranno invidia quelli che sono simili nel genere, nella parentela, nella statura, nelle abitudini, o nelle
opinioniโ. Invidia e rivalitร sorgono piรน facilmente tra due persone dello stesso sesso, che fanno lo stesso lavoro, che condividono gli stessi spazi lavorativi o di vita, che hanno competenze analoghe. Nellโincontro tra Gesรน e Giovanni non vi รจ invece alcuna invidia nรฉ rivalitร , sebbene i due venissero perfino confusi lโuno con lโaltro. Si dice in Mt 14,1-2: โIn quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesรน. Egli disse ai suoi cortigiani: โCostui รจ Giovanni il Battista. ร risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigiโโ. Sรฌ, perchรฉ non รจ solo la differenza e la diversitร che crea problemi, ma anche la similaritร , la vicinanza, la prossimitร .
Cosa caratterizza lโincontro tra Giovanni e Gesรน rendendolo esemplare di un incontro nella maturitร umana e nella libertร ? Anzitutto la schiettezza di parola. La parola che non si zittisce, che non teme lโaltro, che non รจ pavida e non si nasconde. Giovanni dice espressamente, in faccia a Gesรน, che trova insensato che Gesรน voglia farsi battezzare da lui. Anzi riconosce e dice il suo bisogno di essere battezzato da Gesรน. Il coraggio della parola รจ il primo elemento di una relazione che voglia essere nella chiarezza e nella trasparenza. Giovanni non esita neppure a cercare di impedire a Gesรน il suo battesimo: Giovanni โvoleva impedirglieloโ (prohibebat eum, dice il latino della Vulgata). Giovanni motiva con parole chiare la sua volontร di negare il battesimo a Gesรน e argomenta dicendo che รจ lui stesso ad aver bisogno del battesimo che Gesรน amministrerร . Non cโรจ paura del confronto e della tensione.
I due mettono in chiaro le loro divergenti posizioni: Gesรน, la volontร di farsi immergere da Giovanni, e Giovanni, la volontร di non farlo. Ancora con la parola argomentata e motivata, non con autoritarismi, Gesรน conduce Giovanni a recedere dal suo intento. E non affermando il suo punto di vista, ma associando Giovanni alla sua obbedienza al volere di Dio e alle Scritture. Il โconviene che adempiamo ogni giustiziaโ รจ richiamo a unโobbedienza di entrambi a Dio. Gesรน non chiede obbedienza a sรฉ, ma situa sรฉ e Giovanni nellโunica obbedienza a Dio e alla sua parola. Vi รจ una libera sottomissione reciproca: Gesรน al battesimo di Giovanni, Giovanni alla volontร di Gesรน. Cosรฌ si creano le condizioni per lโincontro. Lโobbedienza viene qui colta nel suo aspetto maturo di azione comune e reciproca, non come atto infantile o mortificazione individuale o abdicazione alla propria volontร per adempiere quella di un altro, con i rischi di abuso, di giochi di potere e di sopraffazione e di fagocitazione che questo comporta. Lโobbedienza qui รจ evento di comunione e di caritร che consente lโadempiersi del disegno divino.
ร un atto libero, non impersonale, nรฉ immotivato, ma relazionale, e che avviene nel riconoscimento reciproco. Questo incontro tra i due รจ poi particolarmente intenso perchรฉ essi riconoscono la vocazione peculiare lโuno dellโaltro. Se Giovanni riconosce di aver bisogno di essere immerso in Spirito santo da Gesรน (cf. Mt 3,11.14), Gesรน riconosce che l’immersione di Giovanni viene da Dio (cf. Mt 21,25) e che il Battista รจ venuto nella via della giustizia (cf. Mt 21,32). Il criterio che rende libera la relazione รจ il fare la volontร di Dio. Gesรน non si sottomette allโimmersione di Giovanni per compiacerlo o per amor di sottomissione e nemmeno per amicizia, ma perchรฉ solo cosรฌ viene realizzata la volontร di Dio. Questo รจ il criterio che deve regnare nella comunitร cristiana perchรฉ i rapporti siano limpidi, casti, autentici, veramente fraterni (cf. Mt 7,21; 12,50: โChi fa la volontร del Padre mio che รจ nei cieli, egli รจ per me fratello, sorella, madreโ). Giovanni รจ precursore del Messia lasciando fare, acconsentendo a Gesรน (cf. Mt 3,15). Cโรจ una forma di efficacia che non รจ affatto connessa allโintraprendenza o allโagire, ma al non agire, al lasciar fare al Signore, allโacconsentire al Signore. Giovanni fa spazio a Gesรน. La fede, come lasciar fare al Signore, รจ lโattivo e faticoso fare spazio al Signore. ร azione su di sรฉ, e questo tipo di azione รจ la piรน difficile. Lasciar fare al Signore รจ anche e simultaneamente fare spazio allโaltro.
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Per Giovanni il lasciar fare (al Signore) diviene concretamente un far spazio (a Gesรน). Lasciare il passo ad altri รจ la postura della generativitร . Nella relazione genitoriale, ma anche nella relazione tra maestro e discepolo, e in tante altre situazioni, viene il momento di cedere il passo e di lasciare il posto. Semplicemente perchรฉ non siamo eterni e perchรฉ altri, che non sono noi, devono subentrare e vivere, e perchรฉ la nostra presenza puรฒ divenire un ostacolo e non piรน un aiuto per la crescita dellโaltro o di una comunitร . Giovanni questo lo fa mostrando cosรฌ la sua forza, la sua fede, il suo amore.
A cura di: Luciano Manicardi
Per gentile concessione del Monastero di Bose



