Il tempo rivela il cuore
Questa parabola si presenta come una allegoria in cui si possono identificare i personaggi letterari con i protagonisti a cui si fa allusione. Dio รจ il signore e padrone della vigna, anzi colui che ha piantato la vigna, che lโha creata, lโha fondata, lโha fatta essere. Egli possedeva un terreno e lรฌ piantรฒ una vigna. Nella vigna-Israele, scelta e amata da Dio, vengono inviati a piรน riprese i profeti, che incontrano normalmente rifiuto, opposizione, contestazione, violenza, morte cruenta. Con una ostinatezza che ci sorprende, Dio continua a inviare altri uomini nella vigna. Ma ancor di piรน dovrebbe colpirci e scandalizzarci il tradimento dei responsabili della vigna che sono mossi dalla brama di possesso: possedere la vigna, farsi padroni della comunitร ergendosi a padroni delle persone fino a fare loro il male, a impedire loro la vita. Il tradimento operato dai responsabili รจ anzitutto tradimento dellโumanitร : il loro comportamento รจ violento, inumano, omicida, รจ prevaricazione e abuso, รจ perdita del senso della misura, scollamento dalla realtร , perdita della dignitร propria abbruttendosi fino alla violenza e violazione della dignitร altrui con lโassoluta mancanza di rispetto che giunge fino allโuccisione. ร la spregiudicatezza di chi occupa lo spazio ecclesiale e, senza scrupoli, offende, maltratta, comportandosi non da servo ma da padrone. Non sono diversi i toni usati dal terzo evangelista per parlare di responsabili di comunitร , che di per sรฉ sarebbero dei servi, e che diventano dei prevaricatori cominciando, dice Lc 12,45, โa percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere, a ubriacarsiโ.
Ecco il contrasto tra il comportamento di Dio che fa fiducia e continua a credere nellโagire buono e a praticarlo, e un comportamento che รจ completamente indifferente allโintenzione e allโattesa di colui che invia coloro che devono raccogliere i frutti. Ecco lo stravolgimento che avviene nello spazio dellโattesa: spazio che potrebbe essere di libertร e di crescita, e che diviene luogo di pervertimento, di violenza, di cattiveria. Comunque, al termine degli invii, lโassurditร del comportamento del padrone della vigna, cioรจ Dio, si manifesta al massimo con lโinvio del Figlio accompagnato anche da un pensiero: โAvranno rispetto per mio figlioโ. Perchรฉ mai, si chiede il lettore, questi personaggi che hanno giร percorso la discesa verso il pervertimento della loro umanitร dovrebbero avere rispetto del figlio? Colpendo il figlio sarร colpito piรน direttamente il padre e il padrone della vigna. Anzi, e qui emerge la differenza abissale tra il pensiero del padrone della vigna e quello dei contadini. Il loro pensiero รจ padronale: โUccidiamolo e avremo noi la sua ereditร โ (Mt 21,38). Poco importa che tutto questo sia poco plausibile, poco razionale e poco logico. Nella vita quotidiana sono infiniti i comportamenti motivati da irrazionalitร , da illogicitร , da motivazioni debitrici di uno psichismo a volte perverso e che comunque trovano la loro nascita nel fondo buio e impenetrabile di quel cuore umano che รจ abisso impenetrabile. Anzi, spesso รจ tale la bramosia di possesso che chi ne รจ succube diviene cieco, e nel suo agire riflette la sua cecitร .
Il fatto poi che quel figlio venga gettato fuori della vigna e ucciso รจ unโevidente allusione alla morte di Gesรน che avvenne fuori dalle mura della cittร , fuori dalla porta della cittร (Eb 13,12). Dunque รจ lโallegoria della storia di Dio con il suo popolo fino allโinvio del Figlio dopo i tanti invii di profeti.
Ma cerchiamo di rileggere il testo. La parabola allude a Dio, ma parla di un โuomoโ, รกnthropos, che pianta una vigna su un terreno di sua proprietร e poi la dร in affitto a dei contadini. Quindi se ne va lontano. Ed ecco che la responsabilitร degli affittuari รจ esposta alla prova del tempo che passa, alla prova della durata. โQuando arrivรฒ il tempo di raccogliere i frutti …โ. Il tempo non รจ solo scultore dei nostri corpi, ma anche rivelatore del nostro cuore, รจ colui che denuda i nostri cuori, che smaschera ciรฒ che per un certo tempo, anche per lungo tempo, puรฒ anche restare celato. Un brano di Luca, a cui ho giร fatto riferimento prima, รจ interessante a questo proposito:
Il Signore disse: ยซChi รจ dunque lโamministratore fidato e prudente, che il padrone metterร a capo della sua servitรน per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverร ad agire cosรฌ. Davvero io vi dico che lo metterร a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: โIl mio padrone tarda a venireโ e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverร un giorno in cui non se lโaspetta e a unโora che non sa, lo punirร severamente e gli infliggerร la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontร del padrone, non avrร disposto o agito secondo la sua volontร , riceverร molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrร fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverร poche. A chiunque fu dato molto, molto sarร chiesto; a chi fu affidato molto, sarร richiesto molto di piรน (Lc 12,42-48).
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La responsabilitร viene tradita quando ci si comporta da padroni di ciรฒ che รจ stato solo affidato: allora si entra nella pratica prevaricatrice. Che sia far violenza (percuotere servi e serve), che sia accaparrare per sรฉ, che sia fare del proprio ruolo la copertura per le proprie gozzoviglie e impuritร (mangiare, bere, ubriacarsi), sempre si esce dallo spazio di veritร e umiltร del servizio affidato. Ci si impossessa della casa, della vigna, della servitรน, della comunitร , delle persone. La parabola pone di fronte allโenigma della violenza che puรฒ scandalosamente farsi presente in uno spazio comunitario. Nellโalveo comunitario la violenza non riveste normalmente forme clamorose come la violenza fisica, anche se pure lโaggressione fisica รจ possibile, e purtroppo avviene, come ci ricorda il caso dellโuccisione ad opera di due suoi monaci di amba Epiphanios, igumeno del monastero di san Macario, in Egitto, nel luglio 2018. Normalmente, la violenza riveste forme piรน sottili come il non ascolto, il rifiuto, lโemarginazione, il disprezzo, la non accoglienza, il disinteresse, lโimposizione della propria volontร , la pressione per portare lโaltro a fare ciรฒ che vogliamo noi, la menzogna, lโusare due pesi e due misure, il controllare, lโessere intrusivi, lo spiare, lโimpudicizia, la pressione psicologica. Che comunque, mentre sono psicologici e spirituali, sono anche, e piรน che mai, fisici. Dovremmo imparare che le relazioni non si nutrono solo di contenuti, ma di processi, comunicativi e relazionali. Potremmo anche dire che si nutrono non di sole chiacchiere, ma di fatti: cogliere questo ci porterebbe a prendere maggiore contatto con noi stessi e ad avere piรน intelligenza degli altri e a vivere le relazioni in maniera piรน rispettosa. In maniera tale cioรจ che ci facciamo meno male. A noi e agli altri. Sรฌ, il problema della violenza, se nella parabola รจ posto in maniera brutale, in veritร va trasposto nel quotidiano della nostra vita, nel senso di ciรฒ che ci porta a farci male gli uni gli altri: perchรฉ non siamo rispettosi? perchรฉ non siamo attenti agli altri? perchรฉ spesso ci comportiamo come se gli altri non esistessero? perchรฉ non assumiamo la responsabilitร di noi stessi e degli altri? La responsabilitร รจ lโunica alternativa alla violenza. La responsabilitร risponde alla fiducia e crea fiducia. Che altro รจ la storia dei ripetuti invii di servi e poi del figlio se non la testimonianza della fiducia indefettibile del padrone della vigna?
Ora, Gesรน, narrata questa parabola, chiede ai suoi interlocutori di dare un loro parere sulla parabola, su cosa farร il padrone della vigna quando verrร . Ed essi danno una risposta veemente, una risposta impietosa che si situa nella stessa logica della violenza di cui si parla nella parabola. Gesรน invece li richiama alla Scrittura e chiede loro se non hanno mai letto il testo di Salmo 118 sulla pietra scartata e divenuta testata dโangolo. Ovvero, li richiama allโagire di Dio, che sarร evidente nella morte di Gesรน stesso, quando il Messia, pietra scartata dagli uomini, ma risuscitata da Dio, รจ divenuta pietra dโangolo. Gesรน mostra che lโagire umano e lโagire di Dio sono diversi, sono altri, percorrono strade divergenti: lโuno, lโagire umano, produce scarti, lโaltro, quello di Dio, si serve dello scarto per renderlo materiale da costruzione, anzi pietra di fondamento. Lโagire di Dio, che fa dello scarto umano il fondamento della storia di salvezza (cf. Mt 21,42), รจ contraddetto dallโagire umano che crea scarti e produce emarginati.Questo lโagire di Dio: โDio sceglie ciรฒ che nel mondo รจ ignobile e disprezzatoโ (1Cor 1,28). Questo lo scandaloso agire messianico, e questo รจ chiamato a essere lโagire dei messianici, i โcristianiโ. Ma quellโagire che produce scarti, che crea primi e secondi, che crea ultimi ed emarginati, che produce perdenti mentre esalta i vincenti, puรฒ avvenire anche nello spazio ecclesiale, nello spazio comunitario. E anche questo รจ una forma di violenza che deve essere riconosciuta e denunciata. Affinchรฉ, facendo luce e chiarezza, si possa ristabilire un clima di pace. In se stessi e nei rapporti reciproci. […]
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A cura di: Luciano Manicardi
Fonte: Monastero di Bose
