Luciano Manicardi, Commento al Vangelo di domenica 4 Ottobre 2020

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Il tempo rivela il cuore

Questa parabola si presenta come una allegoria in cui si possono identificare i personaggi letterari con i protagonisti a cui si fa allusione. Dio รจ il signore e padrone della vigna, anzi colui che ha piantato la vigna, che lโ€™ha creata, lโ€™ha fondata, lโ€™ha fatta essere. Egli possedeva un terreno e lรฌ piantรฒ una vigna. Nella vigna-Israele, scelta e amata da Dio, vengono inviati a piรน riprese i profeti, che incontrano normalmente rifiuto, opposizione, contestazione, violenza, morte cruenta. Con una ostinatezza che ci sorprende, Dio continua a inviare altri uomini nella vigna. Ma ancor di piรน dovrebbe colpirci e scandalizzarci il tradimento dei responsabili della vigna che sono mossi dalla brama di possesso: possedere la vigna, farsi padroni della comunitร  ergendosi a padroni delle persone fino a fare loro il male, a impedire loro la vita. Il tradimento operato dai responsabili รจ anzitutto tradimento dellโ€™umanitร : il loro comportamento รจ violento, inumano, omicida, รจ prevaricazione e abuso, รจ perdita del senso della misura, scollamento dalla realtร , perdita della dignitร  propria abbruttendosi fino alla violenza e violazione della dignitร  altrui con lโ€™assoluta mancanza di rispetto che giunge fino allโ€™uccisione. รˆ la spregiudicatezza di chi occupa lo spazio ecclesiale e, senza scrupoli, offende, maltratta, comportandosi non da servo ma da padrone. Non sono diversi i toni usati dal terzo evangelista per parlare di responsabili di comunitร , che di per sรฉ sarebbero dei servi, e che diventano dei prevaricatori cominciando, dice Lc 12,45, โ€œa percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere, a ubriacarsiโ€.

Ecco il contrasto tra il comportamento di Dio che fa fiducia e continua a credere nellโ€™agire buono e a praticarlo, e un comportamento che รจ completamente indifferente allโ€™intenzione e allโ€™attesa di colui che invia coloro che devono raccogliere i frutti. Ecco lo stravolgimento che avviene nello spazio dellโ€™attesa: spazio che potrebbe essere di libertร  e di crescita, e che diviene luogo di pervertimento, di violenza, di cattiveria. Comunque, al termine degli invii, lโ€™assurditร  del comportamento del padrone della vigna, cioรจ Dio, si manifesta al massimo con lโ€™invio del Figlio accompagnato anche da un pensiero: โ€œAvranno rispetto per mio figlioโ€. Perchรฉ mai, si chiede il lettore, questi personaggi che hanno giร  percorso la discesa verso il pervertimento della loro umanitร  dovrebbero avere rispetto del figlio? Colpendo il figlio sarร  colpito piรน direttamente il padre e il padrone della vigna. Anzi, e qui emerge la differenza abissale tra il pensiero del padrone della vigna e quello dei contadini. Il loro pensiero รจ padronale: โ€œUccidiamolo e avremo noi la sua ereditร โ€ (Mt 21,38). Poco importa che tutto questo sia poco plausibile, poco razionale e poco logico. Nella vita quotidiana sono infiniti i comportamenti motivati da irrazionalitร , da illogicitร , da motivazioni debitrici di uno psichismo a volte perverso e che comunque trovano la loro nascita nel fondo buio e impenetrabile di quel cuore umano che รจ abisso impenetrabile. Anzi, spesso รจ tale la bramosia di possesso che chi ne รจ succube diviene cieco, e nel suo agire riflette la sua cecitร .

Il fatto poi che quel figlio venga gettato fuori della vigna e ucciso รจ unโ€™evidente allusione alla morte di Gesรน che avvenne fuori dalle mura della cittร , fuori dalla porta della cittร  (Eb 13,12). Dunque รจ lโ€™allegoria della storia di Dio con il suo popolo fino allโ€™invio del Figlio dopo i tanti invii di profeti.

Ma cerchiamo di rileggere il testo. La parabola allude a Dio, ma parla di un โ€œuomoโ€, รกnthropos, che pianta una vigna su un terreno di sua proprietร  e poi la dร  in affitto a dei contadini. Quindi se ne va lontano. Ed ecco che la responsabilitร  degli affittuari รจ esposta alla prova del tempo che passa, alla prova della durata. โ€œQuando arrivรฒ il tempo di raccogliere i frutti …โ€. Il tempo non รจ solo scultore dei nostri corpi, ma anche rivelatore del nostro cuore, รจ colui che denuda i nostri cuori, che smaschera ciรฒ che per un certo tempo, anche per lungo tempo, puรฒ anche restare celato. Un brano di Luca, a cui ho giร  fatto riferimento prima, รจ interessante a questo proposito:

Il Signore disse: ยซChi รจ dunque lโ€™amministratore fidato e prudente, che il padrone metterร  a capo della sua servitรน per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverร  ad agire cosรฌ. Davvero io vi dico che lo metterร  a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: โ€œIl mio padrone tarda a venireโ€ e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverร  un giorno in cui non se lโ€™aspetta e a unโ€™ora che non sa, lo punirร  severamente e gli infliggerร  la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontร  del padrone, non avrร  disposto o agito secondo la sua volontร , riceverร  molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrร  fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverร  poche. A chiunque fu dato molto, molto sarร  chiesto; a chi fu affidato molto, sarร  richiesto molto di piรน (Lc 12,42-48).

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La responsabilitร  viene tradita quando ci si comporta da padroni di ciรฒ che รจ stato solo affidato: allora si entra nella pratica prevaricatrice. Che sia far violenza (percuotere servi e serve), che sia accaparrare per sรฉ, che sia fare del proprio ruolo la copertura per le proprie gozzoviglie e impuritร  (mangiare, bere, ubriacarsi), sempre si esce dallo spazio di veritร  e umiltร  del servizio affidato. Ci si impossessa della casa, della vigna, della servitรน, della comunitร , delle persone. La parabola pone di fronte allโ€™enigma della violenza che puรฒ scandalosamente farsi presente in uno spazio comunitario. Nellโ€™alveo comunitario la violenza non riveste normalmente forme clamorose come la violenza fisica, anche se pure lโ€™aggressione fisica รจ possibile, e purtroppo avviene, come ci ricorda il caso dellโ€™uccisione ad opera di due suoi monaci di amba Epiphanios, igumeno del monastero di san Macario, in Egitto, nel luglio 2018. Normalmente, la violenza riveste forme piรน sottili come il non ascolto, il rifiuto, lโ€™emarginazione, il disprezzo, la non accoglienza, il disinteresse, lโ€™imposizione della propria volontร , la pressione per portare lโ€™altro a fare ciรฒ che vogliamo noi, la menzogna, lโ€™usare due pesi e due misure, il controllare, lโ€™essere intrusivi, lo spiare, lโ€™impudicizia, la pressione psicologica. Che comunque, mentre sono psicologici e spirituali, sono anche, e piรน che mai, fisici. Dovremmo imparare che le relazioni non si nutrono solo di contenuti, ma di processi, comunicativi e relazionali. Potremmo anche dire che si nutrono non di sole chiacchiere, ma di fatti: cogliere questo ci porterebbe a prendere maggiore contatto con noi stessi e ad avere piรน intelligenza degli altri e a vivere le relazioni in maniera piรน rispettosa. In maniera tale cioรจ che ci facciamo meno male. A noi e agli altri. Sรฌ, il problema della violenza, se nella parabola รจ posto in maniera brutale, in veritร  va trasposto nel quotidiano della nostra vita, nel senso di ciรฒ che ci porta a farci male gli uni gli altri: perchรฉ non siamo rispettosi? perchรฉ non siamo attenti agli altri? perchรฉ spesso ci comportiamo come se gli altri non esistessero? perchรฉ non assumiamo la responsabilitร  di noi stessi e degli altri? La responsabilitร  รจ lโ€™unica alternativa alla violenza. La responsabilitร  risponde alla fiducia e crea fiducia. Che altro รจ la storia dei ripetuti invii di servi e poi del figlio se non la testimonianza della fiducia indefettibile del padrone della vigna?

Ora, Gesรน, narrata questa parabola, chiede ai suoi interlocutori di dare un loro parere sulla parabola, su cosa farร  il padrone della vigna quando verrร . Ed essi danno una risposta veemente, una risposta impietosa che si situa nella stessa logica della violenza di cui si parla nella parabola. Gesรน invece li richiama alla Scrittura e chiede loro se non hanno mai letto il testo di Salmo 118 sulla pietra scartata e divenuta testata dโ€™angolo. Ovvero, li richiama allโ€™agire di Dio, che sarร  evidente nella morte di Gesรน stesso, quando il Messia, pietra scartata dagli uomini, ma risuscitata da Dio, รจ divenuta pietra dโ€™angolo. Gesรน mostra che lโ€™agire umano e lโ€™agire di Dio sono diversi, sono altri, percorrono strade divergenti: lโ€™uno, lโ€™agire umano, produce scarti, lโ€™altro, quello di Dio, si serve dello scarto per renderlo materiale da costruzione, anzi pietra di fondamento. Lโ€™agire di Dio, che fa dello scarto umano il fondamento della storia di salvezza (cf. Mt 21,42), รจ contraddetto dallโ€™agire umano che crea scarti e produce emarginati.Questo lโ€™agire di Dio: โ€œDio sceglie ciรฒ che nel mondo รจ ignobile e disprezzatoโ€ (1Cor 1,28). Questo lo scandaloso agire messianico, e questo รจ chiamato a essere lโ€™agire dei messianici, i โ€œcristianiโ€. Ma quellโ€™agire che produce scarti, che crea primi e secondi, che crea ultimi ed emarginati, che produce perdenti mentre esalta i vincenti, puรฒ avvenire anche nello spazio ecclesiale, nello spazio comunitario. E anche questo รจ una forma di violenza che deve essere riconosciuta e denunciata. Affinchรฉ, facendo luce e chiarezza, si possa ristabilire un clima di pace. In se stessi e nei rapporti reciproci. […]

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A cura di: Luciano Manicardi
Fonte: Monastero di Bose


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