Un tu che ha a cuore la guarigione
Il brano evangelico di questa domenica presenta lโincontro di Gesรน con un lebbroso. E per cogliere adeguatamente il senso di tale incontro occorre riflettere sulla condizione del lebbroso nella Bibbia. Anzitutto va ricordato che se per noi il termine โlebbraโ designa la lebbra classica, il cui bacillo fu scoperto da Hansen nel 1871, per la Bibbia esso abbraccia unโampia serie di affezioni cutanee e malattie della pelle: micosi, psoriasi, leucodermia, leucoplasia, dermatosi con calvizie, eczema, ecc. Si tratta di malattie che si evidenziano sulla pelle e divengono una sorta di marchio visibile, non solo della malattia stessa, ma anche della vergogna ad essa connessa. Per la Bibbia infatti, la lebbra รจ un castigo divino che punisce peccati commessi: Maria, sorella di Mosรจ, divenne lebbrosa a seguito del suo peccato di mormorazione (Nm 12,1-10); Davide invoca la lebbra sulla casa di Joab come castigo per lโomicidio che questi ha commesso (2Sam 3,29); in Dt 28,25-27 la lebbra รจ elencata fra le maledizioni rivolte al popolo di Dio se non obbedisce alla sua voce. Alla sofferenza per la malattia, il lebbroso unisce anche il dolore e la vergogna per la colpevolizzazione, perchรฉ la lebbra lo dichiara pubblicamente peccatore e colpito da Dio. Non รจ solo vittima della malattia, ma ne รจ anche colpevole! Questo รจ lo sguardo che gli altri portano su di lui, questo รจ lo sguardo che lui stesso arriva ad assumere su di sรฉ.
Del resto la sua identitร personale รจ espropriata dalla sua malattia: egli, dice il Levitico, โporterร le vesti strappate e il capo scoperto, si coprirร la barba e andrร gridando: Immondo! Immondo! Se ne starร solo, abiterร fuori dellโaccampamentoโ (Lv 13,45-46). Il lebbroso incute paura: puรฒ contagiare gli altri e perciรฒ รจ abbandonato dai famigliari, evitato dalle altre persone, emarginato: la societร lo espelle e lo costringe a vivere in luoghi distanti dai centri abitati. Normalmente viveva in grotte o capanne e il suo sostentamento era affidato alla caritร di parenti o persone misericordiose che portavano cibo e vestiti in questi luoghi, restando perรฒ sempre fisicamente a distanza dai contagiati. Le relazioni con il lebbroso sono interdette ed egli รจ colpito in tutte le sfere relazionali. La sfera fisica: il suo corpo piagato gli diviene estraneo ed egli puรฒ arrivare a non riconoscersi piรน; la sfera famigliare, affettiva e sessuale: estromesso dalla famiglia, ogni contatto con lui รจ tabรน; la sfera sociale: allontanato dalla societร , dal lavoro, dalla partecipazione alla vita del villaggio; la sfera psicologica e morale: รจ giudicato peccatore e colpevolizzato; la sfera religiosa: รจ escluso dalla partecipazione alla vita cultuale del popolo, a cui potrร essere riammesso una volta che i sacerdoti ne abbiano constatato la guarigione. Insomma, poichรฉ per la Bibbia la vita รจ relazione, il lebbroso, le cui relazioni sono compromesse o proibite, รจ un morto vivente. Egli, dice il libro dei Numeri, รจ โcome uno a cui suo padre ha sputato in facciaโ (Nm 12,14). Per la Bibbia la lebbra รจ il caso di massima squalificazione sociale e personale, รจ lโinsorgenza del caos nella vita di un uomo. Ora, se questa รจ la condizione del lebbroso secondo la Bibbia, รจ importante vedere come si comporta Gesรน davanti a un lebbroso. Questo ci narra Mc 1,40-45.
Notiamo che รจ il lebbroso stesso che va da Gesรน con atteggiamento supplice che manifesta fede in ciรฒ che Gesรน puรฒ fare per lui (Mc 1,40). Colpisce questo atteggiamento: se la malattia a volte indurisce, incattivisce, isola, porta a nutrire sfiducia verso gli altri e a ritirarsi dalla vita, perfino a maledirla, questโuomo mostra volontร di vivere e fiducia in Gesรน. Colpiscono il suo coraggio, la sua volontร di guarire, la sua sete di vita. La guarigione trova nel malato il suo piรน potente alleato. Anzitutto, egli supera con slancio vitale le barriere poste dalla societร fra lui e gli altri e si fa vicino a Gesรน, quindi gli dice: โSe vuoi, puoi purificarmiโ. Egli trova finalmente un โtuโ, qualcuno con cui relazionarsi, che non lo lascia nellโisolamento, ma gli rivolge uno sguardo non omologato, uno sguardo di comprensione e condivisione della sua sofferenza e non di paura o di commiserazione, e cosรฌ lo autorizza a guardarsi lui stesso in modo diverso, piรน libero e umano. Non si chiude nellโautocommiserazione, non si piange addosso, ma si rimette al buon-volere di Gesรน, quasi dicendogli: โse รจ tua gioia il guarirmi, tu puoi farloโ. Ciรฒ che cerca รจ anzitutto una relazione. Potremmo parafrasare: โse ti sta a cuore di me, il cammino di guarigione puรฒ iniziareโ. La guarigione emerge nella sua dimensione di evento relazionale. Sua premessa, per il lebbroso, รจ il sapere che la sua reintegrazione nella pienezza di vita รจ voluta da un altro, che la sua persona e la sua vita sono preziose per un altro.
Inoltre, le parole โSe vuoi, puoi purificarmiโ, sono piรน una confessione di fede che una domanda, una dichiarazione dellโidentitร di Gesรน piรน che unโinvocazione. Esse infatti riprendono e sintetizzano ciรฒ che giร si รจ visto in Mc 1: che Gesรน รจ un uomo โche parla con autoritร , non come gli scribiโ (Mc 1,22), ovvero che la parola di Gesรน รจ un fare, che in lui dire e fare coincidono. La qualitร performativa della parola di Gesรน emerge nella chiamata dei primi quattro discepoli (Mc 1,16-20); nella guarigione dellโindemoniato nella sinagoga di Cafarnao (Mc 1,21-28) e nella guarigione della suocera di Pietro (Mc 1,29-31; qui sono i discepoli che dicono e Gesรน fa). La coincidenza di parola e azione rivela la qualitร della presenza di Gesรน. Dunque, lโautenticitร della relazione tra il lebbroso e Gesรน consiste anzitutto nel pieno riconoscimento che il malato opera della persona di Gesรน.
La reazione di Gesรน รจ anzitutto la compassione (Mc 1,41): Gesรน si lascia ferire dalla sofferenza del malato e agisce di conseguenza entrando nella sua situazione. Gesรน accetta di incontrare colui che tutti evitavano, mostrando cosรฌ che lโimpuritร e la sporcizia piรน grandi sono quelle di chi rifiuta di sporcarsi le mani con gli altri. Gesรน tocca lโemarginato narrando in modo tattile la sua vicinanza e superando il tabรน sacrale. Lo tocca e cosรฌ non solo rischia il contagio, ma si contamina e contrae impuritร rituale, che esclude dalla partecipazione a gesti cultuali: questa esclusione รจ il prezzo pagato per andare incontro a un escluso strappandolo alla sua solitudine mortale. La caritร non รจ innocente, ma contamina, compromette. Colui che nessuno poteva e voleva piรน toccare si sente toccato e questo contatto รจ linguaggio affettivo che trasmette il senso di una presenza amica, linguaggio ben colto da quella pelle che non รจ solo lโorgano di senso piรน esteso del corpo umano, ma anche il luogo dellโesperienza e dello scambio che noi facciamo con il mondo. Che uno lo abbia toccato, significa che lui stesso puรฒ riprendere contatto con se stesso, che la sua situazione di isolamento non รจ senza speranza. Lโincontro con lโaltro, con questa compromissione tattile cosรฌ significativa, puรฒ aiutare il lebbroso ad accogliere se stesso e a guardarsi con occhi nuovi. La guarigione sta avanzando a grandi passi e questo grazie al ritrovamento di una relazione autentica. Le misure di autodifesa della societร sono vinte grazie alla compassione, che รจ il rifiuto radicale dellโindifferenza al male. La compassione si rifiuta di abbandonare lโaltro alla solitudine della sua sofferenza. โIl dolore isola assolutamente ed รจ da questo isolamento assoluto che nasce lโappello allโaltro, lโinvocazione allโaltroโฆ Non รจ la molteplicitร umana che crea la socialitร , ma รจ questa relazione strana che inizia nel dolore, nel mio dolore in cui faccio appello allโaltro, e nel suo dolore che mi turba, nel dolore dellโaltro che non mi รจ indifferente. ร la compassioneโฆ Soffrire non ha senso, โฆ ma la sofferenza per ridurre la sofferenza dellโaltro รจ la solo giustificazione della sofferenza, รจ la mia piรน grande dignitร โฆ La compassione, cioรจ, etimologicamente, soffrire con lโaltro, ha un senso etico. ร la cosa che ha piรน senso nellโordine del mondoโ (Emmanuel Lรฉvinas).
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Gesรน inoltre riprende e sposa le parole del lebbroso stesso quando gli dice: โLo voglio, sii purificatoโ. Gesรน si lascia incontrare da lui e fa avvenire in lui qualcosa della diversitร che abitava il lebbroso. In effetti, lโepisodio si conclude mostrando un Gesรน che si trova nella situazione del lebbroso: โNon poteva piรน entrare pubblicamente in una cittร , ma se ne stava fuori, in luoghi desertiโ (Mc 1,45). Gesรน guarisce ma al prezzo di una perdita, dellโassunzione della situazione dellโaltro. Gesรน prende su di sรฉ la sofferenza dellโaltro e appare come il Servo sofferente che ha assunto e portato le nostre infermitร . Il testo latino di Is 53,4 parla del Servo come di un lebbroso: Nos putavimus eum quasi leprosum (โNoi lo considerammo come un lebbrosoโ). Il testo si fa rivelativo. La miseria del lebbroso diviene la miseria del Crocifisso disprezzato e reietto dagli uomini: la guarigione va compresa alla luce dellโimpotenza della croce, dove lโunico senza-peccato occupa il posto dei peccatori, di coloro che sono nella vergogna e nellโumiliazione. La potenza della guarigione si manifesta al prezzo di un impoverimento e di un indebolimento di Gesรน Cristo che nella croce troverร la sua massima epifania.
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A cura di: Luciano Manicardi
Fonte: Monastero di Bose
