Luciano Manicardi, Commento al Vangelo di domenica 12 Aprile 2020

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รˆ risorto, come aveva detto

Fratelli, sorelle,

รจ nel silenzio di chiese vuote che questโ€™anno cade lโ€™annuncio pasquale. Annuncio che anche alla tomba vuota, come racconta Matteo, chiede alle due donne lร  giunte per osservare la tomba, il silenzio e il raccoglimento dellโ€™ascolto, richiede il lavoro della memoria di parole giร  dette da Gesรน, memoria che tesse in unitร  il filo di una storia e impedisce il suo interrompersi, il suo svanire nel nulla, nel non-senso. รˆ questa la memoria da cui solo puรฒ nascere la fede pasquale: โ€œNon รจ qui, รจ risorto, come aveva dettoโ€. โ€œCome aveva dettoโ€: nellโ€™annuncio dellโ€™angelo la presenza di Gesรน รจ condensata nelle parole che Gesรน ha seminato durante la sua vita e che ora attendono un cuore capace di farle germinare e fruttificare. Gesรน ha ormai compiuto il suo cammino, ora, in quel vuoto che si รจ prodotto, sono altri che devono iniziare il loro cammino e lo possono iniziare solo con il lavoro della memoria delle parole ascoltate da Gesรน.

Matteo sottolinea lโ€™ormai esilissimo filo che ancora lega qualche seguace di Gesรน a Gesรน stesso. Non uno solo dei Dodici รจ presente. Solo due donne, un resto piccolo, anzi, minimo. Due donne che si recano al sepolcro solo per vedere la tomba, nemmeno portando aromi per ungere il corpo di Gesรน. Del resto la tomba era giร  stata sigillata. La morte di Gesรน ha accompagnato la morte del gruppo dei suoi discepoli. Tradimento, rinnegamento, abbandono, fuga, paura hanno dissolto il gruppo. E Matteo stringe a tenaglia il racconto della vista alla tomba delle due donne tra due episodi a lui propri in cui si narrano le trame delle autoritร  religiose giudaiche e di Pilato: episodi che parlano di complotti e intrighi di poteri religiosi e civili, ebraici e romani, capi dei sacerdoti, farisei e Pilato, guardie e anziani, di organizzazione della menzogna, di insabbiamento di fatti, di occultamento della realtร  e messa a tacere di testimoni, di corruzione di guardie di cui viene pagato il silenzio (Mt 27,62-66; 28,11-15). A fronte di questo dispiegamento di quello che Luca chiama โ€œil potere delle tenebreโ€ (Lc 22,53), si ergono due donne che, semplicemente, sono mosse dalla pietร  e dallโ€™amore di chi vuole ancora contemplare il luogo di sepoltura del loro maestro. Esse vanno per osservare la tomba. Esse, che giร  prima erano rimaste sedute di fronte alla tomba (Mt 27,61), custodiscono e cercano di far durare nel tempo lโ€™unico contatto ancora umanamente possibile con Gesรน: e questo lo fanno stando a guardare il luogo dove era stato deposto. Osservare una tomba รจ aggrapparsi alla spazialitร  residua di colui che non occupa piรน spazio perchรฉ non cโ€™รจ piรน. Una tomba รจ memoriale, tiene in vita il ricordo del tempo condiviso con chi ormai non cโ€™รจ piรน, incide nello spazio, nella terra, la presenza di chi รจ morto; la tomba รจ la spazialitร  e la visibilitร  rimasta di chi รจ morto. La tomba rende lo spazio, quello spazio dove giace il morto, intriso di tempo, del tempo passato. Ma su questo sguardo delle donne volto al passato, si posa lโ€™intervento divino che dischiude il futuro. E lo dischiude attivando la memoria delle parole dette da Gesรน che consentono di interpretare la tomba vuota, o meglio, la tomba vinta dalla presenza di Dio, come mostra lโ€™angelo che si mette a sedere sulla pietra rotolata via dal sepolcro.

Ed ecco che lโ€™annuncio della resurrezione, ovvero gli eventi letti alla luce della parola del Signore finalmente ricordata, provocano lo sconvolgimento della realtร . Le guardie che erano state messe a custodire un morto si ritrovano loro a essere โ€œcome morteโ€ (Mt 28,4). Ovvero, dei morti che si credono vivi custodivano un vivente che essi credevano morto. Ma anche quel piccolo resto del gruppo dei seguaci di Gesรน, due donne che guardano una tomba e cercano un crocifisso, sono destate alla fede e risorgono a discepole. La pasqua del Signore diventa la pasqua delle donne che vanno al sepolcro, diviene il loro passaggio, la loro resurrezione. Cercano il Crocifisso e incontrano il Risorto, vanno per vedere la tomba e ascoltano lโ€™annuncio della resurrezione, vanno al sepolcro e tornano come apostole, evangelizzatrici e annunciatrici del Risorto. Vanno nel silenzio e si vedono autorizzare alla parola, anzi, sono chiamate a obbedire al comando del Risorto che dice loro, che sono le sue sorelle, di andare e proclamare il felice annuncio ai suoi fratelli. โ€œNon abbiate paura; andate, annunciate ai miei fratelli che vadano in Galileaโ€ (Mt 28,10). Dal tempo chiuso di una tomba si passa al tempo aperto del futuro. Da una tomba, che รจ memoriale di un tempo finito, si passa allโ€™annuncio di un futuro, dellโ€™inizio di una nuova storia: โ€œVi precede in Galilea; lร  lo vedreteโ€ (Mt 28,7); โ€œAnnunciate ai miei fratelli che vadano in Galilea: lร  mi vedrannoโ€ (Mt 28,10). La resurrezione di Gesรน, anzi, lโ€™annunzio della resurrezione di Gesรน, provoca la resurrezione della comunitร  di Gesรน, provoca la resurrezione dei fratelli e delle sorelle, provoca la rinascita dei rapporti fraterni. Del resto, Gesรน lโ€™aveva detto: โ€œChi sono i miei fratelli? E indicando i suoi discepoli aggiunse: โ€˜Ecco i miei fratelliโ€™โ€ (Mt 12,48-49). E altrove: โ€œMiei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in praticaโ€ (Lc 8,21). Ricordando le parole dette da Gesรน, ora che Gesรน non รจ piรน presente, i discepoli possono riconoscere Gesรน come unico Signore e Maestro e ritrovare la veritร  della loro condizione, come lโ€™aveva detta loro Gesรน โ€œVoi siete tutti fratelliโ€ (Mt 23,8).

Sรฌ, del gruppo dei discepoli, e anche della loro fede, del loro legame con Gesรน, รจ rimasto davvero poco e niente. Eppure quellโ€™affetto, quella pietร  che ha spinto due donne a cercarlo ancora nella tomba diventa lโ€™alveo accogliente su cui si posa la grazia dallโ€™alto. Grazia che ha come effetto di trasformare le donne stesse e, insieme a loro il gruppo dei discepoli. Esse, infatti, per mandato del Risorto, con il loro annuncio orientano tale gruppo alla Galilea, lร  dove troveranno il Pastore che di nuovo indicherร  loro la strada da percorrere.

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Le donne corsero a portare lโ€™annuncio dellโ€™angelo ai discepoli con paura mista a gioia. Con paura e con gioia grande (metร  phรณbou kaรฌ charรขs megรกle). Ed ecco che il Risorto va loro incontro e le saluta con lโ€™esortazione alla gioia: โ€œGioite, siate nella gioiaโ€ (Chaรญrete: Mt 28,9) e con lโ€™altra parola: โ€œNon abbiate pauraโ€ (Mรฉ phobeisthe: Mt 28,10). Resti in voi solo la gioia. Non temete, lasciate andare la paura, scacciate il timore. Il Signore รจ risorto. E con lui risorge la sua comunitร  di fratelli e sorelle.

A cura di Luciano Manicardi – Fonte


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