Le parole di questo brano evangelico intrecciano tre silenzi molto diversi tra loro. Allโinizio cโรจ il silenzio richiesto da Gesรน ai suoi discepoli. Il maestro non vuole che si venga a sapere del loro cammino in Galilea, perchรฉ spera di trovare lโintimitร necessaria alla veritร della loro missione, perturbata dalla diffidenza di Nazaret, dalle incomprensioni delle autoritร religiose e dallโostilitร crescente di uomini pronti a tutto.
ร arrivato il momento di smetterla con i sogni sbagliati: lโombra della croce si รจ fatta densa. Cโรจ giusto il tempo per tentare di capirne il senso alla luce di ciรฒ che Gesรน ha provato, detto e fatto.
Nello spazio di questo silenzio si dร un segreto impenetrabile che Gesรน prova continuamente a spartire: il suo destino si chiuderร nella violenza ma si riaprirร dopo tre giorni, nella risurrezione. Questo tragico e paradossale annuncio provoca il secondo silenzio. ร il silenzio dellโincomprensione, della resistenza e della paura. Un silenzio forse giustificato e comunque molto umano. […]
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Commento a cura di Lucia Vantini, docente di filosofia e di teologia fondamentale a Verona, presso l’Istituto di Scienze Religiose e presso gli Studi Teologici San Zeno e San Bernardino.
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