Lectio Divina del 26 Aprile 2018 – Ordine dei Carmelitani

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Tempo di Pasqua

Preghiera

Dio, che hai redento lโ€™uomo e lo hai innalzato oltre lโ€™antico splendore, guarda allโ€™opera della tua misericordia, e nei tuoi figli, nati a vita nuova nel Battesimo, custodisci sempre i doni della tua grazia.

Per il nostro Signore Gesรน Cristo…

Lettura

Dal Vangelo secondo Giovanni 13,16-20

In quel tempo, dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesรน disse loro: โ€œIn veritร , in veritร  vi dico: un servo non รจ piรน grande del suo padrone, nรฉ un apostolo รจ piรน grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura: โ€˜โ€˜Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagnoโ€™โ€™. Ve lo dico fin dโ€™ora, prima che accada, perchรฉ, quando sarร  avvenuto, crediate che Io Sono. In veritร , in veritร  vi dico: chi accoglie colui che io manderรฒ, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandatoโ€.

Riflessione

A partire da oggi, per tre settimane, tutti i giorni, eccetto le feste, il vangelo di ogni giorno รจ tratto dalla lunga conversazione di Gesรน con i discepoli durante lโ€™Ultima Cena (Gv 13 a 17). In questi cinque capitoli che descrivono lโ€™addio di Gesรน, si percepisce la presenza di quei tre fili di cui abbiamo parlato in precedenza e che tessono e compongono il vangelo di Giovanni: la parola di Gesรน, la parola delle comunitร  e la parola dellโ€™evangelista che fece lโ€™ultima redazione del Quarto Vangelo. In questi capitoli, i tre fili sono in tal modo intrecciati che il tutto si presenta come una tela unica di rara bellezza ed ispirazione, dove รจ difficile distinguere ciรฒ che รจ dellโ€™uno e ciรฒ che รจ dellโ€™altro, ma dove tutto รจ Parola di Dio per noi.

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Questi cinque capitoli presentano la conversazione che Gesรน ebbe con i suoi amici, la sera del suo arresto e morte. Fu una conversazione amica, che rimase nella memoria del Discepolo Amato. Gesรน sembra che volle prolungare al massimo questo ultimo incontro, questo momento di molta intimitร . Lo stesso avviene oggi. Cโ€™รจ conversazione e conversazione. Cโ€™รจ la conversazione superficiale che usa parole e parole e rivela il vuoto delle persone. E cโ€™รจ la conversione che va in fondo al cuore e rimane nella memoria. Tutti noi, ogni tanto, abbiamo questi momenti di convivialitร  amichevole, che dilatano il cuore e costituiscono una forza nei momenti di difficoltร . Aiutano ad avere fiducia ed a vincere la paura.

I cinque versi del Vangelo di oggi tirano due conclusioni dalla lavanda dei piedi (Gv 13,1-15). Parlano (a) del servizio quale caratteristica principale dei seguaci di Gesรน, e (b) dellโ€™identitร  di Gesรน, rivelazione del Padre.

Giovanni 13,16-17: Il servo non รจ piรน grande del suo padrone. Gesรน ha appena terminato di lavare i piedi dei discepoli. Pietro si impaurisce e non vuole che Gesรน gli lavi i piedi. โ€œSe non ti laverรฒ, non avrai parte con meโ€ (Gv 13,8). E basta lavare i piedi; non cโ€™รจ bisogno del resto (Gv 13,10). Il valore simbolico del gesto della lavanda dei piedi consiste nellโ€™accettare Gesรน quale messia Servo che si dona per gli altri, e rifiutare un messia re glorioso. Questo dono di sรฉ, servo di tutti รจ la chiave per capire il gesto della lavanda. Capire questo รจ la radice della felicitร  di una persona: โ€œSapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica”. Ma cโ€™erano delle persone, anche tra i discepoli, che non accettavano Gesรน, Messia Servo. Non volevano essere servi degli altri. Probabilmente, volevano un messia glorioso Re e Giudice, secondo lโ€™ideologia ufficiale. Gesรน dice: “Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura: Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno!โ€ Giovanni si riferisce a Giuda, il cui tradimento sarร  annunciato subito dopo (Gv 13,21-30).

Giovanni 13,18-20: Ve lo dico fin dโ€™ora, perchรฉ crediate che IO SONO. Fu in occasione della liberazione dallโ€™Egitto, ai piedi del Monte Sinai che Dio rivelรฒ il suo nome a Mosรจ: โ€œIo sarรฒ con te!โ€ (Es 3,12), โ€œIo sono colui che sonoโ€ (Es 3,14), โ€œ’Sono’ o ‘Io sono’ mi mandรฒ fino a te!โ€ (Es 3,14). Il nome Yahvรฉ (Es 3,15) esprime la certezza assoluta della presenza liberatrice di Dio accanto al suo popolo. In molti modi e in molte occasioni questa stessa espressione Io Sono รจ usata da Gesรน (Gv 8,24; 8,28; 8,58; Gv 6,20; 18,5.8; Mc 14,62; Lc 22,70). Gesรน รจ la presenza del volto liberatore di Dio in mezzo a noi.

Per un confronto personale

Il servo non รจ piรน grande del suo signore. Come faccio della mia vita un servizio permanente agli altri?

Gesรน seppe convivere con le persone che non lo accettavano. Ed io?

Preghiera finale

Canterรฒ senza fine le grazie del Signore,
con la mia bocca annunzierรฒ la tua fedeltร  nei secoli,
perchรฉ hai detto:
โ€œLa mia grazia rimane per sempreโ€;
la tua fedeltร  รจ fondata nei cieli. (Sal 88)

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