Laura Paladino – Commento al Vangelo del 7 Agosto 2022

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Ricchi di fede e con le lampade accese

«La fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede»: questa affermazione capitale, con la quale si apre la II lettura (Lettera agli Ebrei), è la chiave per comprendere il messaggio della liturgia di oggi. A sostenere la speranza e la carità del credente è la fede, che si alimenta e cresce nell’ascolto della Parola di Dio (cfr. Romani 10,17) e si nutre dell’esperienza personale che ciascuno fa dell’amore del Padre, del Figlio e dello Spirito, testimoniato e confermato da quanti, lungo la storia della Salvezza, hanno incontrato Dio e ne sono diventati amici.

Per fede, continua la lettera, Abramo e Sara, primizie di una moltitudine, hanno accolto il “già e non ancora” della rivelazione di Dio in loro; per fede il patriarca ha potuto offrire «il suo unigenito figlio» Isacco in sacrificio, sapendo che «Dio è capace anche di far risorgere»; «nella fede morirono tutti costoro, senza avere ottenuto i beni promessi», che «videro solo da lontano». La perseveranza della fede è certezza che Dio non delude: essa non si perde né è affievolita dalle traversie o dalle sofferenze cui ciascuno è sottoposto nella vita quotidiana, perché viene dall’aver conosciuto e accolto il Salvatore nella nostra vita, dal percepire chiaramente la sua presenza, dal sentire che veramente Egli è «con noi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Matteo 28,20).

La fede ha sostenuto il popolo santo di Dio, destinatario delle promesse della Salvezza nel corso della storia: il libro della Sapienza (I lettura) precisa che «la liberazione fu preannunciata ai padri perché avessero coraggio, sapendo a quali giuramenti avevano prestato fedeltà. Il popolo era in attesa della salvezza dei giusti», e ha trasmesso questa fede ai propri figli, di generazione in generazione. Essi sono concordi nell’«intonare le sacre lodi dei padri»: il salmo 32 (Responsorio) invita i giusti a esultare nel Signore e dichiara «beato il popolo che Dio ha scelto come sua eredità». Questo popolo «attende il Signore» e ripete: «Egli è nostro aiuto e nostro scudo». […]

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