la Parola in centoparole – Commento al Vangelo del 17 Novembre 2022

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Non siamo stati chiamati alla conquista di una città terrena e visibile ma celeste e invisibile. Per questo per Gerusalemme era fondamentale riconoscere il tempo di quella speciale visita che l’avrebbe portata alla vera pace.

Finché però si fa dei tesori della vita qualcosa di esclusivamente proprio, tignola e ruggine li consumeranno. Anche le mura più alte e resistenti di una città gloriosa sono destinate a crollare. Oggi Gesù piange, vedendo tanti sforzi umani andare in rovina.

Apriamogli un varco attraverso le nostre sudate pietre. La più importante opera della vita non è “fare tanto” o “fare bene” ma riconoscere la visita dell’Unico che può trasformare tutto ciò in salvezza.

 

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