Il Vangelo del giorno, 19 Settembre 2018 – Lc 7, 31-35

Il commento al Vengelo del
19 Settembre 2018 su Lc 7, 31-35

Ventitreesima settimana del Tempo Ordinario – Anno II/B

  • Colore liturgico: VERDE
  • Periodo: Mercoledì
  • Il Santo di oggi: S. Gennaro – memoria facoltativa
  • Ritornello al Salmo Responsoriale:  Beato il popolo scelto dal Signore
  • Letture del giorno: 1 Cor 12,31 – 13,13; Sal 32; Lc 7, 31-35
  • Calendario Liturgico di Settembre
Le letture del giorno (prima e Vangelo) e le parole di Papa Francesco da VaticanNews:

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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Lc 7, 31-35
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore disse:
«A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”.
È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”.
Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Fonte: LaSacraBibbia.net

Commento al Vangelo a cura dei Monaci Benedettini

I bambini che non vogliono giocare.

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Nel richiamare un antico proverbio ebraico Gesù ci propone la scena di un gruppo di bambini sordo a qualsiasi esortazione per iniziare un gioco.

La pigrizia di questi fanciulli è paragonata alla sordità che il popolo d’Israele sta dimostrando nel rifiutare gli insegnamenti, prima di Giovanni il Battista, e di Gesù stesso poi. Gesù smaschera, una ennesima volta, quest’atteggiamento rivelando la profonda ipocrisia, in esso contenuta.

Dietro a questo atteggiamento passivo si nasconde, in realtà una durezza di cuore, durezza a qualsiasi esortazione. La sordità d’Israele è, in realtà, la nostra incapacità di riconoscere la vera salvezza. Il rifiuto al gioco diventa, per noi il rifiuto di qualcosa di ben più grande.

La perdita maggiore è la nostra, tutte le volte che non accettiamo questo invito che Gesù stesso ci propone.

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