Il Vangelo del giorno, 17 Gennaio 2019 – Mc 1, 40-45

Il commento al Vengelo
del 17 Gennaio 2019
su Mc 1, 40-45

Prima settimana del Tempo Ordinario
Anno III/C

Colore liturgico: BIANCO

  • Periodo: Giovedì
  • Il Santo di oggi: S. Antonio abate – memoria
  • Ritornello al Salmo Responsoriale: Ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore
  • Letture del giorno: Eb 3, 7-14; Sal.94; Mc 1, 40-45
  • Calendario Liturgico di Gennaio

Mc 1, 40-45
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito, la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Le letture del giorno (prima e Vangelo) e le parole di Papa Francesco da VaticanNews:

Commento al Vangelo a cura dei Monaci Benedettini

La speranza cristiana.

Sperare oltre ogni speranza. È un sentimento umano che sgorga solo quando siamo animati da una fede in qualcuno o qualcosa che supera le ordinarie possibilità.

La speranza del povero lebbroso, prostrato ai piedi di Gesù, in atteggiamento di supplica, è davvero ben riposta. Non sappiamo se egli abbia udito dal Maestro la solenne affermazione con la quale si proclamava medico e portatore di misericordia: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori», sicuramente però, in qualche modo, è sgorgata in lui la fede, la speranza e la certezza di potersi accostare a Gesù senza incorrere in un rifiuto e in un allentamento per la sua lebbra, malattia, considerata da tutti, immonda.

Gesù infatti lo accoglie, lo tocca e lo guarisce. Gli impone il silenzio, «ma quegli, allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte».

Capita di non poter tacere la gioia di una vita recuperata. È più che perdonabile la disobbedienza del lebbroso guarito: si sente rinato e deve dire a tutti chi è stato l’autore della sua prodigiosa rinascita.

Dovremmo anche noi essere i cantori della bontà e della misericordia divina, ogni volta che siamo liberati dalla lebbra del nostro peccato. Dopo ogni nostra confessione ben fatta testimoniamo anche noi: grande è la Sua misericordia.

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