Il commento al Vangelo del giorno a cura di Paolo Curtaz – 28 settembre 2016

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In quel tempo, mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». 
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». 
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio». Luca 9,57-62

https://youtu.be/JYFwgo5Rn0o

Non è banale essere discepoli, non è scontato. Gesù non cerca seguaci a tutti i costi, pone dei limiti, manifesta delle precise esigenze. Il brano di oggi è illuminante ed esemplare e ci obbliga a riflettere sul nostro modo di essere discepoli. Gesù non vuole persone che lo cerchino per rifugiarsi in un comodo nido. La fede non è una cuccia che ci protegge dal mondo sporco e cattivo!

Lui non ha dove posare il capo e chiede ai suoi discepoli la stessa disponibilità a mettersi continuamente in gioco, in discussione. Gesù chiede di lasciare i legami parentali, l’idea dell’appartenenza ad un clan, a superare i miti ancestrali della famiglia totalizzante: è un legame che produce la morte interiore, che rende schiavi di un’idea, che smorza le ali. Gesù ci ammonisce a non rimpiangere il passato, a non voltarci indietro. Quante volte i cattolici vivono rivolti al passato cercando di farlo rivivere!

La logica del Regno è radicalmente diversa: solo persone libere, disposte a mettersi in discussione, rivolte al futuro possono seguire il Maestro. È esigente il Signore, ma dona una prospettiva nuova a chi vuole assaporare e condividere il grande sogno di Dio…