Giovani di Parola – Commento al Vangelo del 28 Aprile 2020

Tra tante cose che poteva scegliere, Gesù usa il pane come simbolo per parlare di se stesso. Il pane parla di quotidianità: è normalmente sulla tavola tutti i giorni, il pane è spesso simbolo di semplicità e di essenzialità.

Gesù non si paragona a qualcosa che si trova in natura, ma ad un prodotto dato dal lavoro dell’uomo. Come a dire che per avere tra voi l’amore che vince la morte bisogna rimboccarsi le maniche, perché la vita è esigente. Il pane viene fatto lievitare, il lievito è qualcosa di piccolo, di invisibile, di “debole”, eppure fa crescere l’impasto.

Così è la legge dell’amore che ci dona Gesù: siamo chiamati a cose anche semplici, piccole, eppure sono proprio queste cose che, goccia dopo goccia, cambiano il mondo. Infine, il dato più ovvio di tutti: il pane viene mangiato e allo stesso modo Gesù ci indica la strada per la vera umanità: donarsi fino alla fine, nutrire le persone accanto noi con quell’amore che, a nostra volta, abbiamo ricevuto.

Gesù è il “‘pane della vita” perché tutti noi possiamo diventare pane, segno quotidiano di un amore semplice, esigente, fragile, donato. Semplicemente pane che sazia.

Fonte:

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