Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 6 Febbraio 2023

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L’umanità che accorre alla notizia dell’arrivo di Gesù è quella ferita, debole, malata, prostrata nel fisico e nell’anima. La presenza del Signore rianima e sana. Gesù guarisce e infonde speranza. L’integrità fisica è un desiderio e un’esigenza profonda. Dove manca, la condizione umana è resa ardua, è impoverita e provata. Diminuito, l’uomo desidera tornare alla pienezza di cui porta il sogno nel cuore.

E così uomini e donne accorrono a Gesù. Gli si stringono intorno, perché faccia vivere anche su questa riva del lago il Regno che, con la condivisione dei pani, ha reso presente sul lato opposto dello specchio d’acqua, che nella notte ha attraversato.
Il Regno si rende presente con la persona di Gesù. Il segno che lo esprime è colto nel minimo di un passaggio, l’immagine appena accennata che già tutto contiene. È la potenza espressiva che si sprigiona da un dettaglio. L’orlo di un abito, di una veste lisa. Solo toccare il lembo del mantello basta, solo sfiorare le vesti è sufficiente.
Con lo slancio di chi fisicamente gli si stringe intorno, anche noi con il cuore possiamo oggi stringerci intorno al Signore, perché, sfiorandone le vesti, la sua persona possa darci la guarigione che speriamo, la speranza a cui aneliamo.

Oppure․․․ e questo è ciò che il suo Spirito di risorto ci abilita a compiere, “esser noi la veste” che solleva altri dalla prova, porta luce dove essa è flebile o assente, conforta, anima, aiuta, sostiene.

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Diego Mattei SJ

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato