Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 4 Settembre 2021

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Il gesto compiuto dai discepoli appare scandaloso agli occhi dei farisei, cogliere e mangiare delle spighe. Come è possibile? Si tratta in fondo solo di sfregare del frumento, per mangiarne i chicchi. In realtà, quell’azione fugace e succinta simbolicamente contraddice il grande comando di non lavorare nel giorno di sabato. E il sabato è sacro, è il giorno del riposo, per fare memoria della creazione e della liberazione dalla schiavitù in Egitto. Il precetto contenuto nella tavola delle Dieci parole esprime l’esigenza profondamente umana di ritagliare un tempo unico, nello scorrere dei giorni, al quale attingere senso e appartenenza.

Questo desiderio, intimo e serio, al tempo di Gesù, e a ogni generazione, corre il rischio di sbriciolarsi e rinsecchirsi in un sistema di regole minuziose e soffocanti che coprono, anziché rivelare, l’intuizione iniziale.
La rete di prescrizioni che è sorta come nobile recinto per proteggere il tempo della gratitudine e della lode, un’oasi nel cammino della vita, si è trasformata nelle sbarre di una prigione, nell’appello di un giudizio inesorabile. Su questo punto Gesù in tante occasioni mostra un atteggiamento diverso, che appare provocatorio, sino ad arrivare all’affermazione più indecente, “il Figlio dell’uomo è Signore del Sabato”.

Egli si presenta, in modo obliquo, come più grande del Sabato. Ben altre ragioni di memoria e di gratitudine si stanno preparando: le sue parole, i suoi insegnamenti, i gesti, i segni, la sua persona. E il richiamo all’episodio di Davide e dei suoi compagni in un momento di difficoltà attesta e indica che si tratta di ciò che è capitale e decisivo, come lo è la fame.

Quel che può apparire ai nostri occhi come una questione rituale antica, è in realtà un richiamo attualissimo. Come viviamo il tempo domenicale? Oltre al riposo fisico, c’è anche occasione di festa, memoria, ringraziamento? Oggi il “sabato” della domenica è il tempo nel tempo che ci è dato, per contemplare la persona che ha parole di vita, una vita qualitativamente differente da quella che la quotidianità, bella, brutta, efficiente, annoiata, distratta, serena o affannata che sia, può offrirci. Con il Signore si può abitare il tempo con il gusto dell’eternità, perché Lui è Signore del sabato.

Diego Mattei SJ


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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato