ยซMa che volete da me?ยป
Gesรน รจ troppo ben educato per rispondere in questo modo ai sospettosi e arcigni concittadini di Nazareth. Ma questa potrebbe essere la sua risposta di fronte a chi resiste passivamente e con una certa malizia alla sua grande intraprendenza e alla sua generosa offerta di parola e prodigi che danno senso e gusto alla vita. Perchรฉ questi di Nazareth anzichรฉ prendersi il buono che cโรจ, cioรจ la parola appetitosa di Gesรน, si fanno domande che ne impediscono lโaccoglienzaโฆ ma che cosa gliene importerร mai da dove gli vengano la sapienza e i prodigi?! Se possono accogliere e questa e quelli, perchรฉ rimanersene a bocca asciutta con le aride domande che non dissetano e induriscono il cuore?
Forse cโรจ dietro (o dentro) una pretesa o una presunzione: se lui รจ uno dei nostri e dice e fa questa cose, allora dovrei poterle fare anchโIO! Sรฌ scritto proprio cosรฌ, tutto maiuscolo, perchรฉ รจ lโEGOlatria che impedisce di accogliere lโaltro con il suo specifico dono, mentre per invidia, per superbia o non so per cosโaltro, lo vorrei IO quel dono, lo vorrei per me, come una perla da aggiungere alla MIA collana!
Proprio per questo Gesรน non puรฒ fare prodigi per loro! Il disprezzo รจ lโinvidia livida e gelosa di chi vuol trattenere per sรฉ, anche i doni piรน belli e spirituali e quindi non potrร accettarne di gratuiti eโฆ sprecati.
Oggi per noi ignaziani รจ una festa grande e bella: celebriamo il Signore per averci dato santโIgnazio, nostro padre e fondatore. Ebbene, proprio lui ci ricorda che i doni del Signore sono sempre dati per gli altri e non per colui che li riceve. Sono dati essere trafficati, utilizzati, โsprecatiโ nella misericordia!
Quando Ignazio, a Roma, di notte guardava il cielo pieno di stelle, sprofondava nella piรน viva contemplazione e versava calde lacrime di partecipazione, ma non per un gusto estetico o intimistico. Questa contemplazione lo spronava a impegnarsi per il Regno di Dio, per coloro che ancora non lo conoscevano, per coloro che erano lasciati ai margini di questo Regno. Il dono si faceva determinazione, scelta di amore e di misericordia, il Signore ci doni la grazia di essere figli di tanto padre, di non trattenere mai per noi il dono che riceviamo, in patria e altrove.
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Buona festa!
Stefano Titta SJ

Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato
