Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 3 Aprile 2020 – Gv 10, 31-42

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Quante volte rischiamo di lapidare il nostro Gesรน perchรฉ sembra non mantenere una promessa, perchรฉ lo sentiamo lontano, perchรฉ sembra non esserci? O, al contrario, perchรฉ ci sembra troppo alto, perchรฉ la perfezione della sua umanitร  sembra schiacciarci, perchรฉ il suo tempo non รจ il nostro tempoโ€ฆ Rischiamo di lapidarlo non per le sue azioni, ma per il semplice fatto che โ€“ grazie a Dio! โ€“ non collima con lโ€™immagine alterata che ce ne siamo costruiti.

Ma per vivere in pienezza basta, giorno dopo giorno, in lui e con lui semplicemente riconoscerci figli. Figli di quel Dio che ci ha creati per compiere le sue opere e ci ha offerto suo figlio perchรฉ i nostri passi trovassero orme da seguire. Un figlio che si รจ scontrato con la durezza del cuore di chi guardandolo con lente distorta lo ha scambiato per un uomo che voleva farsi Dio, senza accorgersi che invece proprio lรฌ era Dio a farsi uomo.

E allora non servono segni diversi: basta riconoscere la veritร  della carne di questo Dio che si รจ fatto uomo per farsi vicino a ciascuno di noi.

Verena M.


Fonte

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