Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 27 Settembre 2021

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La discussione che nasce tra i discepoli su chi fosse il piรน grande non ci รจ estranea.

Anche se a volte riusciamo a nasconderlo, ogni volta che cโ€™รจ qualcuno accanto a noi tendiamo a misurare il suo valore e a compararlo a quello che noi pensiamo di valere. Il piรน delle volte da questi paragoni ne usciamo perdenti, perchรฉ ci misuriamo su quelle caratteristiche di noi su cui ci sentiamo piรน insicuri e vediamo che ciรฒ che a noi manca negli altri invece abbonda. รˆ da qui che nasce un senso di inadeguatezza e di tristezza da cui facciamo fatica a liberarci. A volte invece da questi paragoni usciamo vincitori: capita di dirci che siamo piรน belli, simpatici, intelligenti di altri. Allora ci riempiamo di superbia, giudicando duramente dentro di noi la persona che abbiamo davantiโ€คโ€คโ€ค fino a che non troviamo uno migliore di noi (perchรฉ cโ€™รจ sempre uno migliore di noi), e la tristezza torna.

I paragoni creano in noi tristezza e superbia, sempre, perchรฉ il problema non sono io o lโ€™altro, รจ il fatto in sรฉ di fare paragoni. Sono uno degli strumenti piรน usati dal nemico perchรฉ se ne esce sempre perdenti, carichi di sentimenti negativi. Il paragone trasforma lโ€™altro in un avversario da cui difendersi e contro cui competere per vincere un premio che non esiste.

Il genio di Gesรน รจ quello di mettere in mezzo un bambino facendo interrompere la competizione, perchรฉ chi mai penserebbe di entrare in competizione con un bambino? Gesรน sa che se salta la competizione non esistono piรน avversari da vincere, lo sguardo si libera dal giudizio e ciรฒ che manca allโ€™altro non รจ piรน motivo di superbia ma invito a mettermi al servizio, alla vicinanza. Lo sguardo libero fa abbassare le mie difese e mi fa guardare alle mie imperfezioni come a quello spazio vuoto che ha bisogno dellโ€™altro per essere completato.

Questo รจ il frutto dello Spirito: mostrarmi che lโ€™altro non รจ un nemico da schiacciare, ma colui che se accolto mi rende pienamente me stesso.

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Leonardo Vezzani SJ


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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato