Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 27 Agosto 2022

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Un talento corrispondeva a diverse decine di chili di oro o di argento, qui indicano perciò qualcosa di molto prezioso.

Il talento più grande che abbiamo è la capacità di amare che Dio mette nel nostro cuore. Ovviamente ciascuno di noi è diverso dall’altro: a chi lascia cinque talenti, a chi due e a chi uno soltanto, secondo le capacità di ciascuno.

Grandi santi hanno magari avuto grandissime capacità; io, invece, mi sento povero e fragile, ma nella mia povertà posso comunque amare. Cioè posso investire in me, come i servi con i talenti. Posso mettermi in gioco, nonostante i miei errori e i miei peccati.

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E il servo che sotterra il proprio talento e non lo fa fruttare? È meglio combattere la tentazione a mettere in pausa, in stop, la propria capacità di amare, perché spesso questo atteggiamento deriva soltanto dalla paura causata da una falsa immagine di Dio. Non serve guardare al nostro Dio come a un uomo duro, che miete dove non ha seminato e raccoglie dove non ha sparso.

Oggi, infatti, sono invitato a guardare a Dio come a qualcuno che muore sulla croce per me, che sono ancora un peccatore, qualcuno che mi invita a non risparmiarmi nell’amore.

Pietre Vive (Roma)

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato